Sgarbi e l'elogio delle dimissioni da sottosegretario "molto lente"

È deciso a trasformare l'abbandono del governo in un teatrino indigesto per chi l'ha sollecitato

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Vittorio Sgarbi, ospite del programma Zona Bianca su Retequattro, ha annunciato la sua decisione di inviare una lettera di dimissioni direttamente alla leader politica Giorgia Meloni, ringraziandola per il suo atteggiamento sensibile e rispettoso riguardo alla questione sollevata dall'Antitrust. Sgarbi ha dichiarato di essere in procinto di completare la lettera e di inviarla entro la giornata.

Nella realtà, il cirtico d'arte ha lasciato indenre di voler rendere le propei dimissioni, che saranno molto lente, un teatrino indigesto per chi, all'interno della compagine governativa, le ha sollecitate.

Il motivo principale delle dimissioni di Sgarbi è la discrepanza con la posizione assunta dall'Antitrust, la quale, a suo dire, è contraria a lui. Egli ha manifestato l'intenzione di fare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) contro questa decisione. Tuttavia, la sua permanenza come sottosegretario dipenderà dalla tempistica del ricorso, una decisione che spetta unicamente a Meloni, con la quale Sgarbi afferma di non aver ancora parlato.

Sgarbi ha spiegato che la ragione delle sue dimissioni risiede nel suo forte attaccamento alla propria identità e al proprio ruolo. Se l'Antitrust ritiene che la sua persona e il suo operato siano incompatibili con l'incarico, preferisce continuare a essere se stesso piuttosto che conformarsi a tale giudizio.

Le dimissioni da sottosegretario alla Cultura sono state anticipate da Sgarbi solo il venerdì precedente durante l'evento "La ripartenza - liberi di pensare", organizzato da Nicola Porro. Sgarbi ha espresso la sua decisione di dimettersi con effetto immediato e di scrivere una lettera alla Meloni. Ha fatto riferimento a una comunicazione dell'Antitrust, che, a suo avviso, è stata complessa e confusa, sostenendo che il ministro della Cultura ha inviato all'organismo due lettere anonime che riguardano lui e le sue attività.

Sgarbi ha criticato il ministro Gennaro Sangiuliano per aver dato credito alle lettere anonime e per non averlo coinvolto nella questione. Egli ha sottolineato che, secondo lui, le lettere anonime non dovrebbero essere prese in considerazione da uomini che hanno dignità. Ha ribadito che tutte le accuse rivolte contro di lui derivano da queste lettere anonime e ha elogiato Sangiuliano per averle considerate degne, ma ha anche enfatizzato che lui rimane solo Vittorio Sgarbi.

In conclusione, Sgarbi ha preso la decisione di dimettersi come sottosegretario della Cultura in risposta alla controversia sollevata dall'Antitrust e alla gestione della questione da parte del ministro Sangiuliano. La sua priorità rimane la difesa della propria identità e della propria integrità.