Aste Ok, la difesa di Livia Forte: "Era un'immobiliarista, un'attività lecita"

Si torna in aula il prossimo 24 aprile

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Avellino.  

di Paola Iandolo 

“Il debitore, per legge, non può partecipare all’incanto e, di fatto, non partecipa. Perché le risorse non ci sono. Diverso il caso, invece, quando il debitore le risorse ce le ha ma vuole ricomprare l’immobile non in maniera trasparente”. Ha iniziato così la sua requisitoria, l’avvocato Alfonso Furgiuele, difensore di Livia Forte. “Nel caso in cui le risorse ci sono, ma si cerca di acquistarlo attraverso un prestanome. Perché queste persone sono disposte addirittura a “dare soldi” agli altri partecipanti? Perché queste persone vogliono riottenere il bene in maniera clandestina, aggirando la legge e quindi realizzando la turbativa d’asta. Indipendentemente dal ruolo del debitore, promulgandola o accettandola, è disposto a pagare il “babà” per rientrare in possesso del bene”.

Per l’avvocato Furgiuele gli esecutati non delle vittime, come sostiene il pubblico ministero della Dda. “L’impianto accusatorio è convinto che Livia Forte e Armando Aprile frequentassero costantemente il mondo delle aggiudicazioni immobiliari per turbare gli incanti, anche mediante estorsione. In realtà, l’attività di Livia Forte è stata enorme. Ha venduto gli immobili dopo averli ristrutturati. Ha svolto un’attività immobiliare in società con il dottore Aprile. Loro facevano gli immobiliaristi. Un'attività immobiliare assolutamente lecita e tecnicamente virtuosa”. L'avvocato Furgiuele, per la sua assistita, ha richiesto l'assoluzione.

L’avvocato Claudio Davino, codifensore di Nicola Galdieri

Per l’avvocato Claudio Davino, difensore di Nicola Galdieri: “l’ipotesi investigativa iniziale è stata smentita dagli atti, durante il dibattimento. Al di là della teorica fedeltà delle intercettazioni a quanto effettivamente verbalizzato, è evidente che Nicola Galdieri non era interessato alle aste. Le aggiudicazioni immobiliari erano tutte a carico di altri soggetti. La signora Forte ha sempre partecipato alle aste.

Sostenere che tale attività sia in qualche modo gestita o coordinata da Galdieri è un errore storico. Un errore che nemmeno la Procura ha sostenuto, anche nell’altro procedimento parallelo. Voglio ricordare che, in questo processo, ci sono state tantissime persone che avrebbero dovuto essere imputate: mi riferisco alla Cerullo, mi riferisco a Carmine Laudato. Ma perché affermo questo? Perché è evidente che, fino a un certo punto, di Nicola Galdieri non c’è stata più traccia. Ad Avellino, signori del Tribunale, era un fatto notorio che le aste immobiliari le facevano solo “i Tre Tre e dunque chiedo l'assoluzione per il mio assistito”. La prossima udienza, adesso, è attesa per il 24 aprile 2024.