Morte Maria, archiviata l'indagine per omicidio e violenza sessuale

La bimba di 9 anni trovata senza vita, annegata, nella piscina di resort a S. Salvatore Telesino

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Il dramma del 19 giugno del 2016

Benevento.  

Archiviata dal gip Vincenzo Landolfi, come chiesto dalla Procura, l'indagine per le ipotesi di omicidio e violenza sessuale prospettate per quattro anni e mezzo in relazione alla morte di Maria, la bimba di 9 anni che il 19 giugno del 2016 era stata rinvenuta senza vita, annegata, nella piscina di un resort a San Salvatore Telesino.

Si tratta di due addebiti che erano stati contestati a Daniel Ciocan (avvocato Salvatore Verrillo), uno dei quali, la violenza sessuale, era stato avanzato anche nei confronti di Marius ed Elena Ungureanu, i genitori della piccola, assistiti dagli avvocati Fabrizio Gallo e Serena Gasperini. La decisione del gip è arrivata dopo la camera di consiglio che si era resa necessaria in seguito all'opposizione all'archiviazione da parte del papà di Maria, e riguarda una inchiesta che nel frattempo è stata conclusa nel novembre del 2020, chiamando in causa Daniel e la sorella Cristina per abbandono di minore, e Antonio e Daniela Romano – sono difesi dall'avvocato Angelo Leone-, rappresentante legale e responsabile del servizio di prevenzione della struttura, tirati in ballo per omicidio colposo: non avrebbero adottato le misure di sicurezza idonee ad evitare l'accesso alla piscina, profonda un metro e mezzo.

Una prospettazione accusatoria, quella dell'abbandono di minore, che Landolfi ritiene "condivisibile: La morte di Ungureanu Oana Maria è da ricondurre non già ad un’azione omicida del Ciocan, bensì all’abbandono della minore. Il prevenuto, infatti, recatosi presso il resort “Borgo San Marino” in compagnia della vittima ( e della sorella ndr), non esercitò la dovuta sorveglianza sulla stessa, non impedendole di immergersi all’interno della piscina. Ed è del tutto plausibile che la minore, a causa della sua incapacità di nuotare, annegò”.

E ancora: “Lo svolgimento dell’ulteriore consulenza medico-legale richiesta nell’atto di opposizione non permetterebbe di acquisire elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio. Si osserva, in proposito, che i consulenti ed i periti già nominati hanno tutti concordemente escluso la configurabilità dell’omicidio”.

Quanto alla “presunta violenza sessuale subita dalla minore, gli accertamenti peritali hanno fatto emergere dati tutt’altro che univoci: i tecnici, infatti, hanno formulato ipotesi diametralmente opposte. Occorre altresì tenere conto dell'’accertata insufficienza del materiale biologico rinvenuto sugli indumenti sottoposti a sequestro, che ha impedito lo svolgimento di utili esami forensi. Tutto ciò consente di escludere che l’eventuale ulteriore perizia possa fornire elementi sufficienti per esercitare l’azione penale”.