Regione Campania, nasce il gruppo Azione Per: Uniti contro l'autonomia

Sommese: costruiamo area moderata, noi determinanti. Uniti contro l’autonomia differenziata

regione campania nasce il gruppo azione per uniti contro l autonomia

La nuova formazione, presentata oggi 12 febbraio da Carlo Calenda e Ettore Rosato, conta già 4 consiglieri ed è tra le più grandi in Consiglio Regionale.

 

La nuova formazione “AZIONE – PER”, presentata oggi 12 febbraio con Carlo Calenda e Ettore Rosato, può già contare su 4 consiglieri, tra i primi gruppi per numero di esponenti in seno all’assise regionale, la compagine regionale di Azione più folta e più giovane, per età media, d’Italia: sono Giuseppe Sommese (Segretario regionale di Azione), Pasquale Di Fenza, Raffaele Pisacane e Salvatore Aversano.

“Azione e Per hanno l’obiettivo ambizioso di aggregare tutte le forze moderate e civiche di matrice liberale, riformista, popolare e repubblicana dentro un vero progetto politico nazionale di ispirazione europeista, per spezzare il bipopulismo rissoso che da oltre un trentennio impedisce il governo vero dei problemi del Paese” così nel corso della conferenza stampa Giuseppe Sommese, Segretario Regionale di Azione e consigliere regionale.

“Queste culture – ha continuato Sommese - rappresentano l’area elettorale più consistente anche a sostegno del Governo regionale, sul quale vogliamo incidere con proposte e contenuti. A questo mondo, che rappresenta la maggioranza degli elettori e chiede serietà e concretezza, intendiamo dare voce, rappresentanza e forza”.

“Oggi radichiamo questo progetto in maniera decisiva anche nella nostra regione. Noi ci siamo – ha concluso Sommese - Chiediamo a Carlo Calenda e al Partito nazionale di sostenere la nostra battaglia contro questa autonomia differenziata. Non siamo contrari al principio di autonomia e infatti in parlamento Azione si è astenuta sul provvedimento. Ma questa misura è un bluff, non ha stabilito il valore dei lep, non ha coperture finanziarie e, soprattutto introduce principi pericolosi, come la possibilità per le regioni, trattenute alcune imposte nazionali, di formulare contratti integrativi per medici, infermieri e insegnanti. Sarebbe la fine del welfare nel mezzogiorno, non possiamo consentirlo”.