Troppi universitari suicidi schiacciati dalla paura di fallire: è ora di agire

Il caso di Antonio a Maddaloni ha scosso la comunità, è il terzo in campania in un anno

troppi universitari suicidi schiacciati dalla paura di fallire e ora di agire
Caserta.  

Antonio  aveva solo 25 anni: si tolse la vita lanciandosi nel vuoto  la mattina del 19 luglio 2021, da una delle grandi finestre della facoltà di Lettere e Filosofia della Federico II, in via Porta di Massa. Diana Biondi ne aveva 27 di anni e anche lei era iscritta alla facoltà di lettere della Federico II: l'estate scorsa si è lanciata cadere in un burrone di Somma Vesuviana.

Ieri una nuova tragedia nel casertano a Maddaloni: la terza in un anno in campania.  Antonio aveva 25 anni e avrebbe dovuto discutere la tesi di laurea poche ore dopo. Eppure il giovane ha deciso di togliersi la vita e dopo aver lasciato un biglietto ai propri genitori in cui descriveva le sue intenzioni, si è gettato da uno degli archi dell'acquedotto carolino. 

Da quanto è emerso, il ragazzo è giunto sugli archi con la propria auto e l'ha lasciata sul posto con le quattro frecce accese. All'una di notte, circa, si è lanciato, e verso le due dei passanti hanno rinvenuto il cadavere, in strada. La comunità è sotto choc per l'avvenimento e si stringe attorno alla famiglia. 

Il giovane ha lasciato un bigliettino alla mamma e al padre, che hanno un'azienda agricola, per motivare il gesto estremo e nel quale ha raccontato del suo disagio. Antonio viene descritto come un bravo ragazzo che si impegnava negli studi di Economia all'Università di Napoli Federico II. In paese si racconta che il giovane avesse detto di essere prossimo alla laurea. Di certo i genitori non avevano avuto alcun sentore dei problemi del figlio, così come nessuno nella zona dove il 25enne viveva con la famiglia, si aspettava quello che è successo. Tanti i messaggi di cordoglio sui social che esprimono il profondo smarrimento per quanto accaduto. 

Ancora una volta potremmo essere davanti allo stesso triste copione. Si inventano esami, si inventano sedute di laurea inesistenti, addirittura si arriva a far rilegare una tesi di laurea che nessuno leggerà mai, avvitandosi in un labirinto di bugie da cui a un certo punto non si vede più la via di uscita. 

I casi si moltiplicano in Campania e in tutto il Paese. Spesso sono storie di giovani che non riescono a soddisfare gli standard che avrebbero voluto raggiungere. Secondo Unione degli Universitari, il sistema di istruzione sottopone gli studenti a continuo stress isolando chi si trova in difficoltà. I suicidi tra i giovani prevalentemente per motivi di studio è un fenomeno latente,  che purtroppo si sta diffondendo.

A pesare nella loro scelta anche la percezione di inadeguatezza nelle tappe che scandiscono il percorso di studi.  Sintomo che sempre più studenti si sentono schiacciati dal mito dell’eccellenza, dalle difficoltà d’accesso al mondo del lavoro, dal peso di trovare un ruolo in una società che gli lascia poco spazio. Paura di deludere, rischio di fallire, inadeguatezza, i motivi possono essere tanti, ma forse è arrivato il momento di interrogarsi, a tutti i livelli, per capire dove abbiamo sbagliato.