"Se lo portiamo in ospedale, prende il Covid: poco dopo muore"

La Procura apre un'inchiesta nel casertano sull'assurda fine di un uomo

se lo portiamo in ospedale prende il covid poco dopo muore

L’assurda fine di un 46enne in provincia di Caserta. Ecco la ricostruzione dettagliata dello Studio3A-Valore spa...

Caserta.  

“Se lo portiamo all’ospedale prende il Covid”. E dopo mezzora spira nel letto di casa in una pozza di sangue, a soli 46 anni. Se i fatti verranno confermati dall’inchiesta, è una vicenda di assoluta gravità quella denunciata dai familiari di un uomo, nel Casertano, che sono assistiti da Studio3A-Valore S.p.A.: una vicenda su cui la Procura di Santa Maria Capua Vetere, per il tramite del Pubblico Ministero Gionata Fiore, ha subito aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, iscrivendo nel registro degli indagati due medici e disponendo l’autopsia sulla salma delle vittima.

L'uomo che abitava con l’anziana mamma Maria, e che non soffriva di particolari patologie (era epilettico, ma assumeva regolarmente i farmaci prescritti), lunedì 15 febbraio 2021 comincia a manifestare difficoltà e insufficienze respiratorie sempre più serie, al punto che i familiari nel pomeriggio chiamano il 118. I sanitari, sopraggiunti alle 17.30 con l’ambulanza dall’ospedale di Caserta, gli misurano la saturazione di ossigeno, la febbre (già alta) e altri parametri, senza però sottoporlo al tampone, e non ritengono necessario trasportarlo al pronto soccorso, limitandosi a prescrivergli un antipiretico, un antibiotico e del cortisone e a indirizzarlo dal suo medico di famiglia per le relative ricette.

L’indomani mattina, 16 febbraio, però, la situazione precipitata e ai problemi respiratori si aggiunge anche un reflusso di sangue sempre più copioso, dal naso e dalla bocca. In casa, chiamati d’urgenza dalla madre della vittima, accorrono il cognato e una delle tre sorelle e viene nuovamente richiesto l’intervento del 118.

L’autolettiga da Caserta arriva poco prima delle 8 e gli operatori rimarranno circa un’ora: sottopongono l'uomo agli stessi accertamenti dei colleghi intervenuti il giorno prima - neanche stavolta gli fanno il tampone - e prima di ripartire lo lasciano con le medesime prescrizioni, antibiotico e cortisone. I familiari sono interdetti, il loro caro giace su letto che gronda di sangue, insistono per trasportarlo subito all’ospedale ma i sanitari avrebbero obiettato loro: “Se ce lo portiamo rischia di restare contagiato dal Covid. E’ peggio”. Mezzora dopo la loro partenza, alle 9.30, accusa la crisi filale, non respira più: sotto gli occhi disperati della mamma, la sorella e il cognato tentano di praticargli il massaggio cardiaco e richiamano, per la terza volta, il 118. Ma non c’è niente da fare. Quando, un’ora e mezzo dopo, alle 11, arrivano i sanitari, mettono in atto tutte le manovre rianimatorie, provano anche con il defibrillatore, ma il paziente è già spirato.

Sconvolti dall’improvvisa perdita ma anche comprensibilmente scioccati per la condotta dell’equipaggio della prima ambulanza intervenuta quel martedì, ritenuta superficiale se non omissiva, e convinti che, se fosse stato condotto subito all’ospedale, il loro caro si sarebbe potuto salvare o almeno avrebbe avuto più chance di sopravvivenza, i familiari, attraverso il consulente legale  Vincenzo Carotenuto, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e nella stessa giornata di martedì 16 febbraio hanno presentato formale denuncia querela presso la stazione dei carabinieri di Vitulazio. Nell’esposto hanno chiesto all’autorità giudiziaria di porre sotto sequestro la salma per procedere con un’autopsia e di avviare tutti gli accertamenti necessari per fare piena luce sui gravi fatti e su eventuali responsabilità da parte dei sanitari, con particolare riferimento agli operatori dell’ambulanza intervenuta poco prima delle 8 del mattino del 16 febbraio.

Istanze prontamente riscontrate dal sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere Fiore, che ha aperto un fascicolo indagando due medici dell’equipaggio dell’ambulanza del 118 e disponendo la perizia autoptica che sarà fondamentale per capire le cause della morte del quarantaseienne e quindi per valutare anche il comportamento dei sanitari: l’incarico viene affidato quest’oggi, venerdì 19 febbraio 2021, alle 14.30, presso gli uffici di piazza della Resistenza. Alle operazioni peritali, che si svolgeranno a seguire all’ospedale di Caserta, parteciperà anche Luca Lepore, medico legale di parte per la famiglia in questione messo a disposizione da Studio3A.