“Ciao mamma, questo è per te”. Con queste parole Lorenzo Savini, 24 anni, dedica la sua laurea ai tempi del covid, in uno dei momenti più delicati della sua vita, a sua madre. Una laurea che ha il sapore di una storia a lieto fine, carica di emozioni e valori importanti.
Si è laureato in ospedale, Lorenzo, giovanissimo e combattivo ragazzo di Ravenna, dove è ricoverato da molte settimane per un doppio intervento per un tumore al femore. “Non si deve mollare mai”, ci racconta contattato grazie ai social, per descrivere l’emozione di un traguardo che ha il sapore di una vittoria speciale. La sua laurea Lorenzo la dedica alla mamma scomparsa due anni fa.
“Mi sono collegato dalla stanza dell’ospedale, dove ho sostenuto la mia discussione della tesi sulle Concessioni demaniali portuali. Ero un po’ stordito, per il luogo dove mi stavo laureando, ma anche perché mi rendevo conto che tra le tante difficoltà stavo raggiungendo un obiettivo importantissimo. E’ stato un giorno magico, ho vissuto una emozione bellissima”.
Ventiquattro anni, di Ravenna, dal 10 novembre Lorenzo è ricoverato all’ospedale Morgagni di Forlì dopo che questa estate gli è stato diagnosticato un tumore al femore. Ma Lorenzo, iscritto alla facoltà di Giurisprudenza di Bologna, ha voluto laurearsi nonostante tutto e ci è riuscito, grazie anche al supporto dei medici e degli infermieri.
“Non smetterò mai e poi mai di ringraziare i sanitari dell’ospedale” racconta con malcelata emozione. La scorsa settimana dalla sua stanza, nel reparto di Ortopedia al sesto piano del Morgagni, tra stampelle e medicinali, ha discusso la tesi e raggiunto il suo prezioso obiettivo.
“All’inizio è difficile realizzare di aver davvero raggiunto il traguardo, un po’ per la location in cui ciò è avvenuto, un po’ perché era da tanto che aspettavo quel momento e stentavo a crederci all’inizio come capita spesso a tanti studenti - racconta al telefono -“.
Il percorso di cura di Lorenzo è partito in estate, quando aveva iniziato ad avvertire dolori fortissimi ad una gamba.
“Sono cominciate le visite da alcuni medici e dal primario Casadei. Mi hanno diagnosticato un tumore, non si sapeva se benigno o meno, che andava tempestivo asportato - racconta -”.
Le verifiche sulla massa, per fortuna, hanno svelato che si trattava di un tumore benigno. Ma l’operazione è stata molto delicata, tanto da imporre un secondo intervento.
I tempi, proprio per il doppio intervento, si sono dilatati e così la discussione della laurea è avvenuta in ospedale.
“Mi ha dato tanta forza e sostegno l’aiuto che mi ha dato il personale dell’ospedale. Infermieri, medici e altri impiegati mi hanno sempre sostenuto - spiega Lorenzo -. Senza contare il momento storico che stiamo vivendo. SI parla, giustamente, di lotta e cura del coronavirus, ma è importantissimo che non vengano dimenticate tutte le altre malattie. Un plauso per questo va all’ospedale di Forlí e a tutto il personale che si è sempre preso cura di me e di tutti i pazienti in un reparto Covid free nonostante l’emergenza di novembre e ha permesso di realizzare il mio sogno della laurea in una situazione così particolare. Sono stato fortunato : il mio tumore si è rivelato benigno, ma il mio pensiero va a tutte le persone meno fortunate di me (sia a causa del COVID che non) che vanno tutelate e mai lasciate sole. Avendo vissuto l’esperienza di mamma so quanto purtroppo sia dura e proprio per questo la dedica è andata immediatamente a lei, che ha lottato col sorriso fino alla fine. Mai mollare, questa è la regola”.
