Nonostante i numeri del contagio vedano un incremento dei positivi rispetto alla giornata di ieri, il rapporto tra positivi e tamponi torna di nuovo sotto il 10% con alcune eccezioni in alcune regioni. Ad analizzare queste cifre e' stato il direttore del Dipartimento di Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, nel corso della consueta conferenza stampa sull'andamento dell'epidemia. "C'e' un trend di graduale e leggero miglioramento - ha detto - purtroppo abbiamo 846 decessi, un dato drammatico questo sta a significare che il numero di persone infettate e' veramente molto elevato. Dopo il lockdown e la fase estiva abbiamo avuto una ripresa dell'epidemia in modo imponente da noi e in tutti i paesi europei. Mentre la Lombardia va meglio il Veneto sta ancora sopra i 3mila test positivi con una percentuale alta, un tasso del 18%, piu' basso quello di altre regioni. La Campania mostra un netto miglioramento rispetto a un mese fa".
Al momento i dati confermano che le misure prese dal governo, con l'introduzione delle tre aree, rossa, arancione e gialla, hanno funzionato ma confermano anche che quando si allentano la ripresa dei contagi e' immediata: "Evidentemente dove avevamo una incidenza molto elevata, in l'introduzione della zona rossa le misure hanno funzionato molto. Le regioni che stavano in zona gialla vediamo incrementare i numeri del contagio, mentre quelli che erano in zona arancione o rossa hanno numeri migliori. Una situazione chiaro di questo meccanismo come allentiamo i casi vanno su come stringiamo otteniamo i risultati". "Siamo ancora sui 200 ingressi in terapia intensiva - ha poi tenuto a ricordare -. Quando l'epidemia matura vediamo i casi piu' gravi, e' la storia naturale di questa malattia"
Mentre sulla possibile riapertura delle scuole e delle attivita' in generale Rezza ha fatto capire chiaramente che la data del 7 gennaio non e' cosi' scontata: "E' un traguardo che tutti auspichiamo ma credo che sia ancora troppo presto per dire se si potra' fare, prima dobbiamo abbassare l'incidenza della malattia.
La didattica in presenza dovra' essere valutata passo passo nel corso del tempo". Nel frattempo si aspetta l'arrivo del vaccino "Che sono sicuro arrivera' presto" ma bisogna aspettare l'autorizzazione dell'Ema, l'agenzia europea del farmaco che "ha preso piu' tempo (rispetto alla Fda americana e a quella inglese NdR), perche' voleva essere del tutto certa che i dati di sicurezza e efficacia fossero dei dati buoni e del tutto compatibili".
Rassicura, ancora una volta, sul fatto che non c'e' stata alcuna accelerazione rispetto ai normali protocolli autorizzativi perche' in caso di epidemia le agenzie "vedono i dossier in corso di sperimentazione" semmai c'e' stata una "scommessa da parte degli Stati nei meccanismi di finanziamento preliminare proprio perche' si voleva essere sicuri che, una volta autorizzati, si avesse un numero di vaccini abbondante, in questo senso c'e' stata una accelerazione, non che siano state saltate delle fasi o non sia stata fatta una seria revisione dei dati".
(ITALPRESS).
