Perché i sindacati hanno smesso di puntare all'uguaglianza preferendo il potere

La politica attuale, serva del mondo bancario-finanziario-assicurativo, vuole clienti non cittadini

perche i sindacati hanno smesso di puntare all uguaglianza preferendo il potere

di Luigi Mainolfi

Non ne posso più di leggere giudizi su fatti economici, storici e politici, da parte di persone interessate e di parlamentari improvvisati.

So bene, che nel corso dei secoli, gli italiani sono stati trattati come CIPPUTI, da ogni forma di potere, culturale, religioso, ideologico ed economico. Le teste calde venivano messe al rogo. Nel Regno di Napoli, addirittura, “chi non aveva niente”, veniva giudicato potente (Tre song ‘e putient: ‘O Papa, ‘o Re e chi nun tene nient), perché servile e difensore dei potenti, in cambio di “feste e farina”.

Dopo aver conosciuto la rivoluzione sociale , prodotta dalla lotta antifascista e antiliberista , assistere a comportamenti furbeschi o stupidi è insopportabile. Voglio richiamare l’attenzione sul continuo riferimento dei politici e dell’informazione all’inflazione e alle sue conseguenze sulla variazione del PIL.

Sul Corriere della Sera, del primo novembre scorso, si parlava della crescita Zero del PIL, come conseguenza del crollo dell’inflazione all’1,8%, causato dalla riduzione dei prezzi dal 4,3% al 2, 9%”. Chi legge viene distratto e trascura il fatto che l’aumento del prezzi fa aumentare l’inflazione, ma, a causa di ciò, i consumi tendono a ridursi, provocando una riduzione dell’inflazione. La politica seria tende ad evitare sbalzi dei prezzi e reazioni emotive, che sono la causa degli spostamenti della ricchezza. La politica attuale, serva del mondo bancario-finanziario-assicurativo, trasforma i cittadini in manovrabili clienti.

Lo spostamento del risparmio verso i servizi offerti da questa triade, viene incrementato dalla “teleguidata” paura di crescita dell’inflazione. La Legge di Bilancio 2024, come quelle degli anni precedenti, è diventata ossigeno per far parlare quelli, che aspettano l’occasione per recitare. Sono decenni che i particolari annullano il generale. I vari gruppi politici aspettano la Legge di Bilancio per apparire difensori di gruppi sociali e dello Stato.

Un altro argomento ipocritamente utilizzato è l’evasione fiscale. Da quando ero studente universitario so che la sua causa è “il manicomio tributario” e il potere delle corporazioni. Per combatterla, bisogna capire come nasce e come cresce. Agli artigiani, ai Professionisti, agli Studi di medici Privati, ai venditori di Diplomi e Lauree, ai mercati rionali, ecc, chi chiede la FATTURA? A quanto ammonta il totale dei pagamenti senza fattura e la consequenziale evasione? Un altro manicomio è relativo allo stipendio dei lavoratori. Poche categorie di lavoratori percepiscono lo stesso stipendio, a prescindere dalla Provincia in cui lavorano, mentre nelle Amministrazioni locali, come Regioni, Province e Comuni, nelle società che gestiscono servizi e nei migliaia di distretti, gli stipendi li costruiscono i sindacati, in esse organizzati.

Quello che avviene nelle Regioni è scandaloso. Da Consigliere Provinciale, analizzai la Pianta Organica, dell’Ente, paragonandola a quella di altre Province Italiane. Nelle Province del Nord le Dirigenze erano 3 o 4, in quella di Avellino erano 8. Non parliamo degli stratosferici stipendi dei dipendenti dei Ministeri. I sindacati, che dovrebbero difendere l’uguaglianza dei lavoratori, utilizzano il potere contrattuale per fare aumentare le loro entrate. In queste condizioni, nessuna Legge di Bilancio può essere una cosa seria. Intanto, il potere dei responsabili delle diseguaglianze non diminuisce. Tutti parlano solo di particolari, mentre la confusione italiana aumenta e nessuno blocca il potere deleterio delle Corporazioni e dei sindacati .