Rapinatore ucciso, gioielliere rischia l'accusa di omicidio

Il gioielliere, gli spari bandito morto a Frattamaggiore

IL post della polemica, le riflessioni dei politici

Frattamaggiore.  

 

di Simonetta Ieppariello

Sarà formalizzata domani l'accusa di omicidio colposo nei confronti del gioielliere che ieri sera ha ucciso sparando uno dei tre rapinatori (quattro con il 'palo') che hanno preso d'assalto il suo esercizio commerciale che si trova in corso Durante, a Frattamaggiore (Napoli). La vittima si chiamava Raffaele Ottaiano, 28 anni di Caivano.

Il reato è stato ipotizzato sulla base degli elementi finora raccolti nel corso dell'attività investigativa. Il titolare dell'esercizio commerciale, trentenne, non era nel negozio ma a casa sua, che si trova sopra il negozio. Si è accorto della rapina ed è sceso in strada armato accompagnato da un'altra persona. E ha fatto fuoco. Al momento la procura di Napoli Nord non ha emesso una misura cautelare nei suoi confronti. L'iscrizione nel registro degli indagati del gioielliere che ieri sera, a Frattamaggiore, ha ucciso a colpi di pistola uno dei rapinatori che hanno preso d'assalto il suo negozio, "è un atto dovuto" e "qualsiasi valutazione in ordine all'iscrizione, che si deve fare per continuare accertamenti, verrà presa domani, dopo l'esamina delle valutazioni del sostituto procuratore che è andato sul posto". Spiega all'Ansa il procuratore di Napoli Nord, Francesco Greco, parlando delle indagini sulla rapina sfociata in tragedia ieri nella città a nord del capoluogo partenopeo. Il procuratore ha sottolineato che, al momento, "nessun elemento fa ritenere che si sia trattato di omicidio volontario".

"Dal punto di vista tecnico - spiega Greco - se si procede con l'esame autoptico è necessario inviare un avviso al gioielliere perché è giusto che possa avere la possibilità di nominare un suo perito. Per inviare un avviso è però necessaria l'iscrizione nel registro degli indagati". In merito al reato da ipotizzare, Greco dice che "si sta valutando l'esistenza della legittima difesa. In Italia, - ricorda - deve essere dimostrata da colui che sostiene di essersi legittimamente difeso". Intanto è caccia all'uomo nel Napoletano, con posti di blocco e controlli per trovare i banditi scappati, dopo le scene da panico che si sono vissute nel corso affollato di Frattamaggiore.

L'esatta ricostruzione della dinamica è in fase di completamento: di sicuro, secondo la Polizia che indaga sull'omicidio, Raffaele Ottaiano, uno dei rapinatori, indossava una maschera di Hulk.

Avrebbe prima preso in ostaggio una commessa e due clienti minorenni che stavano acquistando regalini per San Valentino. Poi lo scontro a fuoco con il titolare. Sembra che il rapinatore abbia esploso colpi di pistola, mentre il titolare della gioielleria ha sparato con una pistola legalmente detenuta colpendo al volto e uccidendo Ottaiano, residente a Caivano, nel Napoletano.

Un complice, identificato poi per Luigi Lauro, 29 anni, di Crispano, è stato bloccato da un ispettore di polizia libero dal servizio di passaggio nella zona.  L'esame dei filmati di videosorveglianza potrà fornire un contributo all'accertamento esatto dei fatti.

 

La dinamica

 

Poco dopo le 18.30 sono arrivati a bordo di due scooter Beverly i quattro persone a bordo. Due si sono diretti verso l'ingresso del negozio, gli altri hanno atteso a qualche metro di distanza. 

Raffale Ottaiano, ha indossato quell'orribile maschera, stringendo in una mano un pesante martello, con il quale ha ridotto in frantumi una delle vetrine interne del negozio.

Il gioielliere che abita sopra il negozio è sceso e ha sparato con la sua pistola legalmente detenuta, esplodendo un solo colpo che ha ucciso all'istante Raffaele Ottaiano, di Caivano, già noto alle forze dell'ordine, che è stramazzato sul marciapiedi, a pochi metri da un negozio di abbigliamento sul corso affollato di mamme e bambini.

L’ ispettore di polizia intervenuto ha imposto l'alt e poi ha esploso con la sua arma d'ordinanza un paio di colpi in aria e  ha bloccato Luigi Lauro, 28 anni, di Crispano.

Gli altri due complici si sono allontanati a piedi, facendo perdere le tracce nel fuggi fuggi generale.  Gli agenti hanno ritrovato due pistole, una a tamburo e una semiautomatica calibro 9x21. 

 

La polemica

E suscita polemica il tweet di Emilio Di Marzo, candidato alla Camera per il Pd nel collegio di Napoli Sud, che ha commentato la rapina a Frattamaggiore finita con l'uccisione di uno dei banditi da parte del gioielliere rapinato. «Uno in meno. Complimenti al gioielliere e al poliziotto fuori servizio», scrive Di Marzio sul social Network.

«Quando vi dicevo - ribatte Arturo Scotto, candidato per Liberi e Uguali in Campania - che il PD oramai parla come la destra, come in questi giorni per Macerata, non stavo esagerando, stavo sottovalutando. Renzi dice che chi vota Leu aiuta Salvini, ma mi pare ch gli argomenti che vengono usati da Di Marzio siano esattamente quelli di Salvini. Quando c'è il cedimento culturale, quando per vincere assomigli sempre di più all'avversario la gente poi vota sempre l'originale».

«Non intendo alimentare - replica Di Marzio - polemiche su un'errata interpretazione del mio post sui gravi fatti di Frattamaggiore. Ho inteso sottolineare che c'è ancora un criminale (uno in meno) non assicurato alla giustizia visto che uno dei tre è stato già arrestato e un altro ci ha rimesso la vita. Non era dunque per parte mia alcun giubilo in una vicenda comunque la si guardi dolorosa. Ribadisco però i complimenti al poliziotto e al commerciante, un concetto che rivendico. Sono lieto cioè che in uno scontro a fuoco tra uno che ha la sola colpa di faticare dalla mattina alla sera e tre criminali non ci abbia rimesso le penne l'aggredito come accade spesso. Lo scontro a fuoco non è un giro di valzer. Il gioielliere e un poliziotto eroe fuori servizio (che poteva farsi i fatti suoi) per non soccombere non hanno recitato Hermann Hesse ma impugnato delle armi. Gli andrebbe reso plauso pubblico (ed era quella la mia intenzione) per i rischi che hanno corso per non cedere alla violenza dei criminali. Lo stato di diritto impone che la giustizia sia esercitata dall'amministrazione dello stato e che la sicurezza sia garantita dalle forze di polizia. Non sono per forme di pericolosa anarchia da far west».

 

«Tuttavia, nei casi di improvvisa ed efferata aggressione come ieri, tre persone armate e mascherate, il cittadino inerme - dice l'esponente Pd - ha diritto di tutelarsi, anche reagendo se necessario. E in uno scontro a fuoco, non in una tenzone poetica, tra il cittadino che si difende e il criminale che offende, so bene da che parte stare. Dalla parte del cittadino. Sarebbe stato meglio che fossero stati arrestati tutti, senza spargimento di sangue ma chi provoca uno scontro a fuoco, come gli aggressori di ieri, mettono drammaticamente in conto l'attentato all'incolumità propria e altrui».

Dal canto suo Borrelli dei Verdi commenta: "dispiace per la morte del rapinatore ma io sto con il gioielliere. Troppi delinquenti in giro a Napoli e provincia, certezza della pena e misure di reinserimento per ridurre il tasso di recidività".

«Spero solo che questa vicenda non diventi terreno di scontro politico. Contro la criminalità occorre fre fronte comune per evitare altri drammatici episodi. Le scene da far west della tentata rapina al gioielliere  devono far riflettere sulla necessità di arginare la criminalità nei nostri territori. A Napoli e provincia circolano liberamente troppi delinquenti. Occorre certezza della pena come deterrente per chi vuole delinquere - continua Borrelli -. Abbiamo già denunciato il fatto che migliaia di sentenze passate in giudicato non vengono eseguite e questo trasmette quella sensazione di impunità che contribuisce ad aumentare il tasso di recidività. Il fatto stesso che il rapinatore morto e quello arrestato fossero già noti alle forze dell'ordine è l'ennesima riprova. Accanto a questo è opportuno varare misure serie di reinserimento per ridurre il numero di criminali a piede libero e su questo l'impegno delle istituzioni locali sarà determinante. Chi rinuncia a rientrare in percorsi di legalità non dovrebbe usufruire di alcuna attenuante in sede processuale».

Dello stesso parere Di Giacomo di Forza Popolare: “Io sto, senza sé e senza ma, dalla parte del gioielliere di Frattamaggiore (Napoli) che ha sparato contro uno dei tre rapinatori del suo negozio e adesso è indagato per omicidio colposo”. È quanto sostiene Aldo Di Giacomo candidato nel Collegio plurinominale Camera Sicilia 1-02 (Bagheria-Monreale-Marsala), capolista per Civica Popolare. “Non è la prima volta che accade e non sarà l’ultima. Bisogna che sia riconosciuto ai commercianti, come a chiunque a casa detiene regolarmente un’arma, di difendere proprietà e familiari senza incorrere nel sistema della denuncia cosiddetta d’ufficio che significa un lungo procedimento penale con tutto ciò che comporta sul piano innanzitutto psicologico e per la propria famiglia, dei riflessi sull’attività imprenditoriale e sulle conseguenze penali. Da mesi, ben prima della campagna elettorale – dice Di Giacomo – in giro per le città italiane ho promosso la campagna che ha come slogan “chi è la vittima e chi è il carnefice” proprio per denunciare l’assurdità del nostro sistema giudiziario che mette sul banco degli imputati chi per difendersi da ladri e criminali usa un’arma da fuoco invece di aspettare passivamente che ad usare la pistola o qualsiasi arma offensiva siano i ladri e criminali.

In questa battaglia che la politica non è in grado di condurre, se non strumentalmente in campagna elettorale, come me ci sono il 56,2 % degli italiani che come rileva l'Eurispes nel Rapporto Italia 2018 “è disposto ad usare un’arma contro estranei in casa di notte”. Sono stato tra i promotori della proposta di legge di iniziativa popolare sulla legittima difesa che ha raccolto oltre 2 milioni 300 mila firme degli italiani e – continua – ritengo debba essere la priorità di cui il nuovo Parlamento deve tenere conto cancellando ritardi e sottovalutazioni del Parlamento appena sciolto che l’ha insabbiata.

Una pdl, sia chiaro per evitare fraintendimenti sul tipo “sceriffo fai da te”, che è essenzialmente un forte deterrente nei confronti dei malviventi che devono capire a cosa vanno incontro nella violazione del domicilio. Secondo l’attuale normativa di legge – evidenzia ancora – il gioielliere campano pur in presenza di ladri non avrebbe dovuto usare la pistola anche se i malviventi avessero mostrato un'arma, ma solo a condizione che gli stessi erano in procinto di sparargli. Perché la legge dice “Ci vuole un pericolo imminente”. È necessario quindi capire se chi mi sta aggredendo sta davvero mettendo in pericolo la mia vita, allora in questo caso posso sparare. Ma a una condizione: non devo avere alternative. Quindi è legittima la difesa solo se c'è il pericolo imminente o se non riesco a trovare in casa un metodo meno offensivo dell'arma. Ma se questa persona avanza, senza un'arma, io avendo legittimamente un'arma sul comodino non posso prenderla. Perché se in questo caso io gli sparo, c'è una colpa: o lesioni colpose o omicidio colposo”.