"Correte, in Piazza ci sono i morti": ma avvenne il miracolo

Il campanile si piegò su se stesso e la folla improvvisamente scomparì dalla piazza e dai bar

In un primo momento quando la gente si era radunata in auto sul Calvario si era parlato di morti sotto le macerie del campanile crollato sulla piazza....

Ariano Irpino.  

Un “miracolo” che la città attribuisce al Santo Patrono, invocato dagli arianesi soprattutto nei momenti più difficili, sin dai tempi di carestia. Quella triste domenica del 23 novembre 1980, c’è chi sostiene ancora oggi che a proteggere la piazza affollata e il vicino bar smembrato con avventori in quel momento all’interno sia stata la mano  di Sant’Ottone. In un primo momento quando la gente si era radunata in auto sul Calvario si era parlato di morti sotto le macerie del campanile crollato sulla piazza. Ma con il passare delle ore e le delicate operazioni di scavo le voci vennero fortunatamente smentite.

Nicola Cuordoro, docente in pensione e scrittore: “Oggi è d'obbligo ricordare quel terribile 23 Novembre. Certo che, con una piazza così affollata come lo era quella sera, la caduta del campanile non comportò nemmeno una perdita in termini di vite umane, fu un vero miracolo (si dice che Sant’Ottone Frangipane da Ariano ci abbia messo la mano).” Ed ancora altri ricordi,  Luigi Laudati: “Siamo stati nella baracca di legno di mia nonna a Rodegher e pensare che lei doveva restituire le chiavi di quella casetta il 24 Novembre 1980 perché era li dal terremoto del 1962.” Luigi Blasi: “Io ho vissuto quello del 62 e il Campanone aveva retto. Durante il sisma dell’ottanta ero fisicamente a Torino ma con il cuore, sicuramente con tutti gli Arianesi. Ho pianto, purtroppo tristi ricordi che cambiano il percosso della vita.” Santino Manganiello: “Come si può dimenticare e stata un’esperienza terribile quando ha iniziato a tremare, siamo corsi fuori, ricordo c'era un albero di Pino avanti casa sembrava che la punta toccasse terra una volta da una parte una volta dall'altra sembrava non finisse mai.” Antonietta Li Pizzi: “Come si possono dimenticare quei minuti di paura. Io ricordo che noi eravamo bloccati in casa e i mobili ci venivano addosso. Abbiamo dormito per due settimane nel fienile in mezzo alla paglia. Un pensiero a chi non c'è più.” Lina Pezzella Purcaro: “Nemmeno io dimenticherò mai il terremoto dell’80, vivevo già a Capri ma tutta la mia famiglia era qui, non si poteva comunicare telefonicamente, la tv ci dava le notizie, brutti momenti.”  

Gianni Vigoroso