La magia dei platani in 10 ricordi commossi

Avellinesi dicono sì alla petizione e raccontano le loro storie legate ai platani: «Ci sono nato»

Ieri vi abbiamo parlato della petizione di un 13enne per salvare i platani di Avellino. I cittadini si sono emozionati. E hanno raccontato le loro storie legate all'ingresso alberato della città.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

Vi abbiamo raccontato di Antonio Dello Iaco, 13enne che vuole salvare i Platani di Avellino. Con una petizione. Un articolo che ha avuto grande riscontro. Gli avellinesi si sono emozionati. E hanno raccontato le loro storie di vita legate ai Platani. Ecco 10 testimonianze che vi spiegano perché i platani sono la storia della città:

1) Michele Falco: “Ci sono nato ai Platani, alla Malzoni. È stato il mio ingresso alla vita,delle mie sorelle,d ei miei nipoti e di tante persone care”.

2) Carmine Manzo: “I miei ricordi partono dalla metà degli anni 1960. Ricordo improvvisi acquazzoni estivi. Le persone si riparavano sotto i platani. Che bellissimi ricordi! E poi Piazza Libertà con le fontane colorate, i cigni che spesso uscivano dall'acqua. Beati noi che siamo cresciuti in quei bellissimi anni”.

3) Marilena Andriolo: “Io abitavo a via Tripoli una traversa di Viale italia. La mia infanzia e adolescenza sono legate a quei grandi alberi. Il ricordo più vivo che ho è il fresco che si sentiva lungo il viale quando tutte le altre strade erano piene di sole. Ogni volta che hanno tagliato un albero, hanno tagliato un pezzo di storia. Mai pensavo che alla fine non ne sarebbe rimasto nemmeno uno. E invece così sarà perché non hanno mai pensato di sostituire gli alberi malati”

4) "Dolce Aggressiva": “I platani erano bellissimi come la la piazza. Fantastica. Ricordo i piccioni che venivano a mangiare il grano E il Signore col carretto che vendeva il flacone per le bolle di sapone e il grano”.?

5) Giuseppe Giglio: “Ricordo che quando mio padre imboccava il viale con la macchina doveva accendere i fari, non passava un raggio di sole. Bellissimo!”

6) Angela Moretti: “I Platani? Mi ricordano semplicemente il mio primo amore”

7) Giuseppe Gigliotti: “Prima tutto era più semplice perché l'avellinese si accontentava di poco, tutti si conoscevano nella zona dove abitavano. Il vicino di casa guardava anche i figli degli altri. C'era poca invidia.Poi la nascita di quartieri periferici, una cosa buona ,sia chiaro, ha diviso tante famiglie in giro per la città. L'arrivo di altri nuclei familiari che venivano da fuori. Portati qui dal lavoro impiegatizio ma con altre tradizioni, un altro modo di pensare, non legato al territorio. Tutto questo ha prodotto le prime differenze, poi il terremoto ha fatto il resto. Gli stessi amministratori cittadini sono stati e sono di altre zone. Dimostrano poca conoscenza e amore per le cose della città. C'è lassismo anche per una cosa bella come “Viale Dei Platani”. Come lo chiamava e lo chiama chi è di Avellino”?

8) Cristina Matarazzo: “Che tristezza per chi come me, nata alla clinica Malzoni, ama quel viale più di ogni cosa. Ricordo tutti quei splendidi alberi che da piccola mi sembravano ancora più grandi- Emanavano un profumo particolare e che ti rasserenavano al solo vederli e nei giorni di afa ti rinfrescavano per bene?"

9) Tiziana Guidi: "Una storia Andrea Fantucchio? Quante se ne possono raccontare in cinquant'anni di vita trascorsi tutti in quella zona? Ne scelgo solo una. Ad ogni autunno le foglie cadevano creando un tappeto infinito. Io bambina, ero per mano a mia madre, e mi divertivo con i piedini a sollevare le foglie, a scoprire il marciapiede. Questo produceva un suono particolarissimo "frshhhh"?"

10) Maria Irpinia Di Lorenzo: "Basta solo sapere che era un polmone verde al centro città. Passeggiare in primavera o in estate e approfittare della frescura. Che piacere! Nelle giornate autunnali le foglie avevano un colore bellissimo?"