"Basta veleni", la Valle del Sabato non si arrende

Ad un anno dalla fondazione, Franco Mazza fa il punto sull'azione del comitato

Manocalzati.  

Un'occasione per ricordare le tante iniziative intraprese negli ultimi 12 mesi e per annunciare le prossime sfide. A un anno dalla fondazione, il comitato "Salviamo la nostra valle del Sabato" torna dove tutto è partito, nella piazzetta di San Barbato. Nella piccola frazione di San Barbato, dalla quale è possibile scorgere un panorama mozzafiato, la scorsa estate è nata l’associazione in cui è convogliata la lotta irpina contro l’inquinamento dell’area condotta fino ad allora in forma spontanea.

Un'iniziativa promossa dall'ex consigliere provinciale Franco Mazza, oggi presidente del Comitato, che racconta quanto sinora fatto e si proietta nell'immediato futuro. "Il nostro percorso è servito quanto meno ad attirare l'attenzione delle Istituzioni sulla problematica ambientale nella Valle del Sabato - afferma Mazza - Lo abbiamo fatto essendo presenti sulla questone in modo capillare, attraverso manifestazioni, sit-in, marce, convegni e volantinaggio. Della Valle del Sabato, oggi, si parla nelle sedi politiche ed istituzionali. Prima non era così: si trattava di un argomento tabù, incapace di entrare nelle stanze in cui si assumevano le scelte più importanti".

Sollevato il problema, il Comitato "Salviamo la nostra Valle del Sabato" è pronto ad affrontare nuove sfide. "Dopo l'analisi dei suoli il passaggio successivo è la verifica della qualità dell'aria. Abbiamo chiesto all'Asl di chiarire se c'è un rapporto tra l'aria che respiriamo e lo stato di salute in alcune zone della Valle del Sabato - aggiunge Mazza - Su questa strada noi continueremo, faremo dei campionamenti in modo da andare in contraddittorio con chiunque". 

La lotta portata avanti nella Valle del Sabato ha tirato su di sè non solo l'attenzione mediatica, ma anche l'interesse scientifico di tanti altri territori irpini e campani. Il presidente Mazza è consapevole di avere tra le mani un vero e proprio modello da esportare. "C'è un apporto importante di competenze, non solo ambientale ma anche di tipo legale - afferma - Ci sono tante aree che soffrono. Penso al Baianese e al Nolano martoriati dalle polveri sottili. I casi di malattie per patologie strane sono evidenti a tutti, e quando richiami l'attenzione dei cittadini su questi temi, ritengo che sia possibile fare un lavoro di sensibilizzazione e di coinvolgimento in campo ambientale".