Soffocarsi per finta. Il gioco letale che uccide i ragazzini

Il Flash Indiano per provare l'ebbrezza dello svenimento. Il 14enne morto a Lecco

E' una pratica diffusa in tutto il mondo. Con migliaia di giovanissime vittime. Danni anche permanenti. E su Youtube (guarda il video), anche le istruzioni su come metterlo in pratica.

E' morto a 14 anni per uno stupido gioco: soffocarsi, restare il più possibile in bilico tra la vita e la morte, perdere i sensi. E tutto questo per vivere l'euforia adrenalinica che si innesta quanto l'ossigeno ritorna in circolo e il cuore riprende a battere. Igor Maj era un ragazzino di Lecco. E quel “gioco” il blackout challenge (o anche Fainting Game o Choking Game), è molto diffuso. Più di quanto si possa immaginare. E no, purtroppo non è una mezza bufala, come quella della Blue whale (il gioco facebook che avrebbe indotto i partecipanti al suicidio). E' una pratica reale. Un altro ragazzino di Villa Adriana, a due passi, da Roma, è stato salvato per miracolo. Alcuni casi di soffocamento casuale registrati nel nostro Paese potrebbero essere stati causati dal “gioco”. Non è una questione italiana, naturalmente. Ma mondiale. Negli Stati Uniti i numeri sono impressionanti. Tra il 2000 e il 2015 più di 1400 ragazzini sono morti per impiccagioni e strangolamento accidentale.

La pratica esiste da tempo. E se una volta veniva diffusa con il passaparola ed eseguita in coppie o in gruppi, oggi circolano in rete  centinaia di video con tutte le istruzioni. Risultato: sempre più bambini lo fanno da soli. E senza il controllo di un compagno di gioco, quello che doveva essere un “picco momentaneo”, più facilmente diventare letale. E' diventato ancora più estremo.

Dopo le proteste di tante madri in lutto, sia Youtube, sia Facebook hanno iniziato a eliminare i video con le istruzioni. Un appello è stato lanciato anche dalla madre del ragazzino di Lecco:

«Fate il più possibile per far capire ai vostri figli che possono sempre parlare con voi. Qualunque stronzata gli venga in mente di fare devono saper trovare in voi una sponda, una guida che li aiuti a capire se e quali rischi non hanno valutato. Noi pensiamo di averlo sempre fatto con Igor, eppure non è bastato».

Le origini del Choking Game sono oscure, ma c'è chi ritiene che risalga agli anni '30. E' stato conosciuto con nomi diversi - “Pass Out Challenge”, “Flatiner”, “Space Monkey”, “Flash Indiano” -, ma l'obiettivo, anche con tecniche diverse, è sempre stato lo stesso: provocarsi una asfissia temporanea. Per gli esperti la pratica serve a indurre un senso di eufoiria. Niente a che vedere con il gioco del soffocamento o l'asfissia autoerotica (ricordate l'Impero dei sensi?), che comporta la privazione di ossigeno per stimolare l'eccitazione.

Il gioco si basa su una convinzione: se viene fermato abbastanza presto non lascia danni permanenti. Purtroppo non è così. Le cellule cerebrali iniziano a morire in pochi minuti senza il sangue e la privazione dell'ossigeno. E se le arterie carotidee del collo vengono compresse da una corda o una cintura, le conseguenze possono anche portare a danni irreversibili al cervello. Bastano cinque minuti. Il quadro diventa ancora più preoccupante se si considera che il cervello di un ragazzino è ancora in via di sviluppo.

Il gioco è diffuso tra gli undici e i diciotto anni. E soprattutto tra i quattordici e i sedici.

A dicembre Youtube ha annunciato che saranno intensificati gli sforzi per bloccare la diffusione dei video sul gioco del soffocamento. La società ha affermato che le sue linee guida "vietano i contenuti destinati a incoraggiare attività pericolose che presentano un rischio intrinseco di danno fisico".

Il termine tecnico di questa pratica è svenimento indotto. Nei Paesi anglosassoni è noto come Choking Game, in Italia è il Flash Indiano, in Francia è il Jeu de Foulard. In origine lo scopo era quello divertirsi in gruppo. Negli anni per gli adolescenti è stato vissuto come atto di trasgressione, usato per provare sensazioni forti, simili agli effetti di alcune droghe. Come detto, alla ripresa di conoscenza segue uno stato di euforia, allucinazioni e un rilassamento del corpo.

Oggi, anche in Italia, lo svenimento indotto è utilizzato per non andare a scuola, per evitare interrogazioni, per sottrarsi ai litigi con i compagni di classe e all'incomprensioni con gli insegnanti. Un modo per aggirare ansia, paura e angoscia altrimenti difficili da gestire. A volte è anche un'arma in mano ai bulli, che costringono i coetanei a provarne gli effetti. Alla base di tutto c'è comunque l'insicurezza e la paura, sentimenti comuni in particolare nell'età adolescenziale.