Dalle risse alle estorsioni, cosa accade tra i giovani

Il 19enne aggredito in via De Concilii organizza eventi, gli assalitori volevano "il pizzo"

dalle risse alle estorsioni cosa accade tra i giovani

Nell'unica città campana in cui gli studenti sono ancora in dad ci si interroga su come intervenire per fermare la violenza in strada

Avellino.  

Risse tra giovanissimi ad Avellino come a Napoli, Roma e Milano. Si moltiplicano gli episodi di violenza con protagonisti minori o gruppi di adolescenti che si ritrovano in strada a scatenare risse o accoltellamenti. Quanto è accaduto nei giorni scorsi in via de Concilii ad Avellino ha lasciato sgomento e preoccupazione. In una città – unica in Campania - dove gli studenti delle scuole superiori ancora non possono rientrare in presenza a scuola (il sindaco Festa ha prorogato l'ordinanza per la dad fino al 5 giugno) ci si interroga su cosa sta accadendo tra i giovanissimi che popolano le strade dalla mattina a tarda sera. C'è chi chiede maggiori controlli alle forze del'ordine, ma quando si tratta di giovani e giovanissimi il controllo militare non basta. E' necessario riportare l'attenzione delle istituzioni e delle agenzie educative sui ragazzi. 

I carabinieri di Avellino intanto hanno acquisito le immagini della videosorveglianza pubblica e privata di via de Concili per ricostruire l’aggressione ai danni di un ragazzo di 19 anni, che frequenta l'ultimo anno del liceo scientifico Mancini del capoluogo. La violenza si è consumata in pieno centro. Il giovane ha riportato ferite al volto e alla tempia, ai militari ha raccontato di essere stato picchiato da due persone di Capocastello di Mercogliano. Il 19enne è molto conosciuto tra gli studenti perché spesso organizza feste ed eventi, ed è proprio su questo aspetto che si stanno concentrando le indagini.

Secondo quanto denunciato dal ragazzo i suoi aggressori volevano entrare in possesso dei proventi di un evento organizzato dal 19enne. Non solo. Con minacce e intimidazioni avrebbero anche chiesto al giovane di consegnare loro tutti i ricavi dei prossimi appuntamenti, una sorta di “pizzo” che il ragazzo sarebbe costretto a versare per continuare la propria attività. Un'estorsione in piena regola dunque, che configura l'aggressione di Avellino non più come un episodio estemporaneo di violenza tra ragazzi, ma come un'attività di delinquenza organizzata che potrebbe essere ben più estesa di quanto si immagina. Del resto non sarebbe la prima volta che gruppi e gang provenienti dall'hinterland seminano il terrore tra i giovanissimi. Dalle immagini della videosorveglianza si cercherà di ricostruire meglio tutta la vicenda.