Isochimica, un altro morto: "Voleva essere come Nino D'Angelo"

Oggi i funerali di Salvatore Alterio, vittima numero 20 della fabbrica dei veleni, a Ospedaletto

Il ricordo degli ex operai: "Portava il caschetto biondo come D'Angelo e conosceva tutte le canzoni. Cantava, mentre grattavamo via l'amianto dalle carrozze, ed era sempre allegro anche se la vita è stata molto dura con lui”.

Avellino.  

“Per tutti era Nino D'Angelo, portava il caschetto biondo come lui e cantava anche bene. Conosceva tutte le canzoni e cantava, mentre grattavamo via l'amianto dalle carrozze, ed era sempre allegro anche se la vita è stata molto dura con lui”.

Nelle parole di Nicola Abrate il ricordo di Salvatore Alterio, vittima numero 20 dell'Isochimica. Alterio aveva 52 anni, viveva a Ospedaletto d'Alpinolo, lo stesso paese di Luigi Maiello, un'altro operaio della fabbrica dei veleni morto il 14 febbraio del 2014. Un tributo altissimo di due vite umane, entrambi 52enni, che il piccolo centro in provincia di Avellino ha già dato allo stabilimento di Pianodardine. Ospedaletto saluterà per l'ultima volta Salvatore questo pomeriggio alle 15,30 nella chiesa di San Filippo e Giacomo. Per gli ex operai di Borgo ferrovia sarà l'ennesimo funerale, ma il dolore è sempr lo stesso, e ogni volta la rabbia cresce.

“Non contiamo più le campane a morto che abbiamo sentito, e la cosa più triste è che sappiamo che non finisce qui” continua Abrate che con Carlo Sessa, Franco D'Argenio e molti altri sta lottando da anni per vedersi riconosciuto il diritto alla pensione anticipata, e soprattutto per vedere finalmente che sia fatta giustizia. Oggi ai funerali ci saranno tutti i suoi compagni e anche una delegazione di ex operai Isochimica provenienti da Salerno.

Salvatore Alterio lascia un figlio e un fratello che lo ha accompagnato in questi ultimi mesi di malattia. Alterio era già nell'elenco delle 237 parti offese riconosciute dalla Procura dei Avellino nell'ambito dell'inchiesta che vede 29 indagati per omicidio colposo e disastro ambientale.

Aveva da tempo gravissimi problemi respiratori, un versamento pleurico lo aveva costretto al ricovero in ospedale al Moscati per diverse settimane. Poi una leucemia fulminante che non gli ha lasciato scampo. Il quadro clinico di Salvatore era quello tipico della contaminazione da amianto.

Salvatore Alterio è stato tra i primi ragazzi ad essere reclutati dal Patron Elio Graziano nel 1983. Ha scoibentato carrozze ferroviarie fino al 1990.

“Era già lì quando sono arrivato all'Isochimica – continua Nicola Abrate – Era già “esperto”, si era respirato già un bel po' di amianto prima di noi. Non ci è voluto molto a legare, era un simpaticone. Non so quanto ci vorrà ancora per avere giustizia, ma per noi oggi è solo il giorno del dolore”.

La morte di Salvatore Alterio è la quarta dall'inizio dell'anno.

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