"Io portatrice della mutazione Brca 1 e gli interventi per salvarmi la vita"

Maria Caterina Fresca: ho deciso l'asportazione delle mammelle perchè esposta al rischio

io portatrice della mutazione brca 1 e gli interventi per salvarmi la vita
Avellino.  

Ha scelto l’asportazione delle mammelle (poi anche delle ovaie) perché esposta al rischio di una recidiva del tumore. Maria Caterina Fresca ha 65 ed è una delle militanti della rete rosa delle volontarie che sostengono il primario della Breast Unit del  Moscati Carlo Iannace, che ogni settimana portano nei comuni più isolati e nelle città della Campania gli screening gratuiti, per combattere il tumore al seno. La sua storia è quella di tante donne, che dopo aver lottato per la vita, scelngono di aiutare altre donne, impegnandosi nel sociale. La sua vita si divide in due, "perchè quando lotti contro il cancro al seno, spiega, c'è un prima e un dopo".

La storia di Maria Caterina prima e dopo il cancro

La mastectonima preventiva è stata la scelta che ha fatto, dopo aver completato il suo percorso di cura contro il cancro al seno. Maria Caterina, docente di Sperone, racconta sempre la sua storia, per invitare altre donne che vivono una familiarità con alcune tipologie di cancro, ad effettuare il test genetico, così da poter scoprire se si è portatori o meno, della mutazione dei geni Brca 1 e 2.

La scoperta del cancro nel 2011

"Scoprii nel 2011 un carcinoma mammario – racconta e ricorda -. Tutto avvene in un pomeriggio, che cambiò la mia vita. La mia fortuna fu quella di effettuare uno screening al seno. Così scoprii grazie alla prevenzione di essere malata. Mi sottoposti alla quadriectomia, poi vennero i cicli di chemioterapia prima rossa e poi bianca. Poi ancora le chemio biologiche, la radioterapia e l'assunzione della pillola ormonale. Queste le cure, ma ancora oggi eseguo regolamente tutta la mia sequenza di controlli periodici". Ma negli anni successivi oltre alle cure e ai controlli, Maria Catrerina dovette assistere anche ai percorsi di cura delle sue due sorelle. " Non era un caso, ci sembrava un fatto più che chiaro. La familiarietà con questa tipologia di tumore, era chiaramente ereditaria, per questo decisi di fare il test genetico, come anche le mie sorelle. il verdetto confermò i miei sospetti. Tutte e tre eravamo portatrici della mutazione. Il nostro terrore era che anche le nostre figlie e figli fossero portatori della stessa mutazione. Fortunatamente mia figlia è   risultata negativa alle indagini. Questa è stata la notizia più bella della mia vita.

Conoscere il dottore Iannace mi ha cambiato la vita

Ricostruendo il percorso sanitario di mia madre, mi sono resa conto che anche lei, con buona probabilità, si era ammalata della stessa patologia". Del suo tempo Maria Caterina ha deciso di farne impegno. "Conoscere il dottore Iannace mi ha cambiato la vita – spiega- .Era il 18 marzo del 2011. Mi visitò, mi sorrise, mi spiegò cosa mi aspettava. Da allora il dottore Iannace è il mio riferimento, come per molte altre donne. Non lo ringrazierò mai abbastanza, per quello che ha fatto per me e per tante altre donne". Maria Caterina lancia anche un messaggio di prevenzione prezioso a tutte le donne: "La prevenzione è necessaria e salva la vita. In alcuni casi consiglio a tutte di fare, qualora fosse necessario, il test genetico. La sensazione che vivo ogni giorno è la stessa. Penso spesso: "Sono arrivata in tempo. La mia scelta, dopo aver combattutto il cancro, di operarmi nuovamente da sana, per quel rischio genetico che mi espone all’alto rischio di sviluppare un cancro del seno, la rifarei ancora.
La mastectomia bilaterale è stata una scelta di lucidità e autotutela.
Tempo e conoscenza precoce di malattia e morte nelle famiglie di origine sono le costanti nella vita delle giovani donne che scoprono di avere la mutazione BRCA, ormai famosa come il ‘gene Jolie’, e che le mette di fronte a un bivio: operarsi da sane o fare controlli serrati aspettando o sperando che il cancro non arrivi. Io ho fatto la mia scelta e spero serva di insegnamento a tante donne".