Il futuro della IIA in Irpinia: sindaci e sindacati a confronto

Martedì 6 febbraio incontro pubblico a Flumeri

il futuro della iia in irpinia sindaci e sindacati a confronto

Il prossimo 9 febbraio intanto è in programma la manifestazione a Roma promossa dalle organizzaioni sindacali...

Flumeri.  

"Facciamo squadra, quale futuro". E' lo slogan dell'incontro in programma il prossimo martedì 6 febbraio alla Dogana Aragonese di Flumeri. Un dibattito pubblico sul futuro dello stabilimento di Valle Ufita che vedrà come protagonisti i sindaci del territorio e le organizzaioni sindacali. A fare gli onori di casa, il primo cittadino di Flumeri Angelo Antonio Lanza. Esteso l'invito alla cittadinanza a partecipare. "Il presente è lotta, il futuro è nostro."

Il prossimo 9 febbraio intanto è in programma la manifestazione a Roma promossa dalle organizzaioni sindacali.

"Dinanzi al perdurante silenzio del Governo - si legge nella nota stampa di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm - i lavoratori di Industria italiana Autobus chiedono di essere ascoltati e di dire la propria sul futuro dell’impresa. Il giorno 9 febbraio viene perciò indetto uno sciopero di 8 ore nei due siti di Bologna e di Flumeri (Avellino), con manifestazione a Roma presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Industria italiana Autobus è una impresa in mano pubblica, in virtù delle partecipazioni azionarie di Invitalia e di Leonardo, che produce beni pubblici, giacché opera nel settore del trasporto collettivo, ed ha per clienti enti pubblici, vale a dire le amministrazioni locali.

La sua importanza è evidente anche in ragione dei notevoli investimenti che dovranno essere programmati per riqualificare il trasporto pubblico. La sua crisi è dunque un paradosso che attesta la incapacità complessiva del sistema pubblico italiano.

Nei giorni scorsi sulla stampa locale è emersa la notizia della intenzione di cedere le partecipazioni pubbliche in favore di imprenditori privati. Ebbene riteniamo che l’arrivo di nuovi investitori privati possa essere una risorsa se apporterà nuove competenze, purché si tratti di imprese industriali affidabili e purché il pubblico conservi le sue partecipazioni.

Lo Stato italiano spesso rivendica che dovrebbe sedere nei consigli di amministrazioni di società alla stregua degli altri Paesi europei; ragione in più per non uscire dalle imprese in cui una partecipazione pubblica c’è già."