Chiusano, l'ex parroco volontario in carcere : "Tutti meritano una nuova chance"

L'ex parroco Antonio Romano volontario nel carcere di Avellino

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Avellino.  

L'ex parroco di Chiusano San Domenico continua la missione di carità e diventa volontario nel carcere di Bellizzi Irpino. Lo annuncia sui social, continuando a raccontare, come in una sorta di pubblico diario la sua vita. Già storico volontario in Burundi Antonio Romano presto si sposerà, ha lasciat l'abito talare per amore della sua donna, che presto diventerà sua moglie. Correrà alle amministrative di giugno nel comune di Chiusano San Domenico in provincia di Avellino. Sfiderà il sindaco uscente di Forza Italia. l'ex prete infatti spiega: “Sono una voce fuori dal coro. La macchina del fango si è già messa in moto”. Ma non solo. "Quello che era un hobby, sarà la sua nuova attività per il sostentamento. "Mi occuperò di service audio/luci e video. Di installazione per la diffusione audio e di illuminazione artistica nelle chiese e in altri contesti. Mi rendo disponibile per piccoli lavori di manutenzione elettrica ed elettronica", aveva già spiegato e oggi l'annuncio: è ufficialmente volontario nel carcere di Bellizzi Irpino.

"A volte le più belle gratificazioni e i più grandi insegnameti ti arrivano da dove meno te li aspetti - spiega don Antonio -. Sono stato per due mattine come volontario al carcere di Bellizzi per dare una mano ai fratelli detenuti che devono preparare una rappresentazione teatrale per giovedì prossimo alla presenza dei loro cari. A distanza di un anno mezzo si ricordavano di me e della mia visita in prossimità del Natale. La maggior parte di questi giovani ha voglia di imparare, di rendersi utile e di riscattarsi. Uno di loro mi ha confidato di aver incontrato Gesù nella sofferenza e nella reclusione del carcere. Ho visto nei loro occhi la gioia e la gratitudine per ciò che facevo per loro e mi hanno supplicato a ritornare per aiutarli ancora. Tornerò volentieri nei luoghi dove sono ben accetto. Hanno poche risorse, pochi mezzi, pochi volontari e pochi progetti che possano impegnarli alla riabilitazione e all’inserimento dopo la loro uscita. Spesso dal di fuori siamo portati a giudicare e a condannare perché pensiamo che se si trovano in quel posto vuol dire che se lo sono meritato. Ma il carcere non potrà mai essere solo punitivo o addirittura vendicativo. Perderemmo la nostra umanità se non credessimo più nella conversione nel ravvedimento. Tutti meritano una nuova chance e una nuova possibilità di riscatto e penso che i detenuti meritino una maggiore attenzione.