Pratola, coniugi pestati da un condomino: 33enne a processo

Frattura al naso per lei, alla mandibola per lui. E' seguita la denuncia. Stamattina la decisione.

Pratola Serra.  

 

di Andrea Fantucchio 

Il 17 luglio dovrà comparire di fronte al giudice, Sonia Matarazzo, il 33enne di Pratola Serra accusato di lesioni aggravate e violenza privata ai danni di una coppia del posto, che si è poi costituita parte civile con gli avvocati Gaetano Aufiero e Francesca Santaniello.

La vicenda giudiziaria scaturisce da un episodio avvenuto a gennaio del 2017. Quando i due coniugi hanno raccontato di essere stati inseguiti e aggrediti dall'imputato. Alla base del litigio ci sarebbero futili motivi: secondo la versione delle parti offese la madre del 33enne, che abita nel loro stesso palazzo, sarebbe stata infastidita dalla puzza del sigaro fumato dal uomo sul balcone, e così l'imputato sarebbe sceso al piano di sotto aggredendo moglie e marito. I due sono stati ricoverati in ospedale: lei con una frattura scomposta al naso e lui con quella della mandibola. Era seguita la denuncia e le successive indagini, coordinate dal pubblico ministero Cecilia Annecchini.

La difesa dell'imputato, rappresentata dagli avvocati Annibale Schettino e Carolina Schettino, aveva avanzato una richiesta di messa alla prova, alla quale si è opposto il pubblico ministero, Paola Galdo, e le parti civili che hanno evidenziato altri presunti atti persecutori compiuti dall'uomo ai danni della coppia. In un'occasione il 33enne li avrebbe inseguiti colpendo l'uscio della loro abitazione armato di roncola. Episodi che avrebbero poi spinto i due coniugi, con figli minorenni, a trasferirsi altrove. Il giudice per le udienze preliminari, Antonio Sicurnaza, si era riservato la decisione sulla richiesta della difesa, poi questa mattina ha rinviato l'imputato a giudizio.

Il 33enne intanto, a poco più di tre mesi dalla querela ricevuta, aveva denunciato i due coniugi per stalking ma ieri il giudice Paolo Cassano li ha prosciolti, nonostante la richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero, Luigi Iglio.