Scossa di terremoto tra Molise e Campania: sentita ad Avellino

L'epicentro è vicino al comune beneventano di Pontalandolfo.

Avellino.  

Un scossa di terremoto di magnitudo 3.0 è stata registrata dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia tra Molise e Campania. Il fenomeno sismico è stato avvertito anche ad Avellino e in diversi paesi dell'Irpinia. Numerose le segnalazioni arrivate anche alla nostra pagina facebook. I lettori hanno raccontato di aver visto lampadari e altri oggetti tremare. Al momento, comunque, in Irpinia le uniche scosse avvertite sono lievi. Ma l'attenzione si mantiene molto elevata. Soprattutto fra chi, nell'80, ha vissuto i tragici giorni del terremoto e conserva ancora quei drammatici ricordi.

Il comune più vicino all'epicentro del terremoto è quello di Pontelandolfo (Benevento). Dove comunque non si sono registrati danni importanti né sono arrivate segnalazioni ai vigili del fuoco. 

Il 14 agosto il terremoto era già stato avvertito nel comune di Montecilfone, sempre in Molise. Una regione che è stata più volte, nei secoli, interessata da fenomeni sismici citati dai colleghi di Repubblica: nel 1456 (magnitudo stimabile in 7,2), quella garganica nel 1627 (7,2), che provocò anche un maremoto, e nel 26 luglio 1805 (6,6) nel Matese. Ad agosto la scossa sismica era stata considerata, dagli esperti, come l’apice di uno sciame sismico tutt'ora in corso. Fenomeni che avevano riacceso l'attenzione collettiva intorno alla questione della sicurezza degli edifici pubblici. A partire da scuole e ospedali. 

Sulla prevenzione, con i piani di protezione civile, spesso assenti o sconosciuti, Felice Preziosi, disaster manager, spiegava a Ottopagine.it: «I terremoti prima o poi ritornano,  sempre negli stessi luoghi, e questo è una certezza; non si conosce quando, ma prima o poi ritornano. Eppure gli enti locali continuano ad essere impreparati. Ogni cittadino deve sollecitare le istituzioni ad adottare e, soprattutto, a pubblicizzare e divulgare adeguatamente, i piani comunali di protezione civile. Molti di questi, ancora oggi, sono chiusi nei cassetti dei sindaci: ed è come non averli. Ci sono comuni, in Campania, che non sono per niente al sicuro».