Caso Us Avellino, frode fiscale: Walter Taccone esce dal processo

Alla prima udienza la posizione dell'ex patron dell'Avellino calcio è stata stralciata

caso us avellino frode fiscale walter taccone esce dal processo
Avellino.  

Il processo all’Us Avellino continuerà senza Walter Taccone. La posizione dell’ex patron della squadra cittadina, infatti, è stata stralciata dal collegio giudicante del Tribunale di Avellino - presieduto dal giudice Roberto Melone - che ha accolto la questione sollevata dai difensori di Taccone, gli avvocati Innocenzo Massaro e Luigi Petrillo, i quali hanno eccepito la nullità del decreto di citazione a giudizio, dal momento che, ricevuta la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, questi avevano fatto richiesta di interrogatorio per il loro assistito che, allo stato dei fatti, non è mai stato interrogato. Gli atti, quindi, sono ritornati alla fase precedente, dell'udienza preliminare, e si procederà con la rinotifica degli stessi.

Il processo, dunque, continuerà con solo otto dei nove imputati per le violazioni fiscali di cui si è macchiata la società tra il 2015 e il 2017. Questi sono: Maurizio De Simone, Alessandra D'Andrea, Massimiliano Sperduto, Alessio Andreottola, Francesco Caruso, Antonio Taccone e Pasqualino Vuolo, difesi dagli avvocati Luigi Perillo, Innocenzo Massaro, Benedetto De Maio, Alberico Galluccio, Gerardo Santamaria ed Edonolfo Nittolo. Stando all’ipotesi accusatoria, l'Us Avellino avrebbe emesso delle false fatture a servizi informatici di cui, di fatto poi, non si sarebbe servita, per avvalersi del rimborso sul credito d’imposta. Stiamo parlando di circa 2 milioni di euro di costi non deducibili e violazioni Iva per circa 900mila euro.

È iniziata stamattina l’istruttoria dibattimentale, con l’escussione del luogotenente Cantalupo, che si è occupato di condurre le indagini. Il pubblico ministero Vincenzo D’Onofrio ha chiesto l’acquisizione dell’informativa e poi si è proceduto al controesame del teste, dal quale sono emerse, in particolare, le vicende relative all’emissione delle false fatture. Nell’ipotesi portata avanti dal luogotenente le società che dovevano occuparsi delle operazioni dirette all’informatizzazione dell’Us Avellino, che prevedevano dall’ampliamento delle postazioni computer alla formazione del personale, non avevano una consistenza tale, sia per numero di dipendenti che per qualità del servizio offerto, da poter assolvere alle mansioni che gli erano state preposte.

Il processo è stato rinviato al 22 giugno prossimo, per l’escussione di due funzionari dell’Agenzia delle Entrate in merito alle violazioni fiscali contestate.