Sentenza Isochimica, la Procura pronta a presentare il ricorso in Appello

Anche gli avvocati dei quattro condannati in primo grado sono pronti a presentare appello

sentenza isochimica la procura pronta a presentare il ricorso in appello
Avellino.  

Sentenza Isochimica, la Procura della Repubblica di Avellino pronta a depositare il ricorso in appello avverso la sentenza di primo grado emessa il 28 gennaio del 2021. Il processo sulla vicenda Isochimica si è concluso con 4 condanne, 23 assoluzioni, 50 mila euro di risarcimento a ciascuna delle famiglie delle vittime.  Intanto anche i legali dei quattro condannati in primo grado (gli avvocati Alberico Villani e Anna Caserta) la stessa Rete Ferroviaria Italiana e le parti civili hanno già depositato il ricorso dinanzi alla Corte di Appello di Napoli. Da chiarire per quanti degli imputati assolti dai giudici del Tribunale di Avellino è stato presentato il ricorso da parte della procura di Avellino e ci sarà quasi sicuramente un nuovo processo, quello di secondo grado, dinanzi ai giudici della Corte di Appello di Napoli.

Le motivazioni

Le motivazioni della storica sentenza Isochimica sono racchiuse in 75 le pagine, nelle quali i giudici del tribunale di Avellino hanno ricostruito l’iter motivazionale in base al quale il 28 gennaio del 2021 hanno condannato a dieci anni di reclusione i responsabili della sicurezza della fabbrica, Vincenzo Izzo e Pasquale De Luca, e due funzionari di Ferrovie dello Stato, Giovanni Notarangelo e Aldo Serio. Nelle motivazioni è stata rigettata la richiesta di risarcimento avanzata proprio dall’erede di Ferrovie dello Stato spa, ovvero Rete ferroviaria Italiana spa, quale parte civile costituitasi nel processo.  Il tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduto da Sonia Matarazzo, a latere Pierpaolo Calabrese e Gennaro Lezzi hanno definito: “una sciagurata strategia imprenditoriale consapevolmente volta a superare le complicazioni logistiche e di costi”. Questo uno dei punti focali delle motivazioni della storica sentenza depositate lo scorso 26 ottobre. Altro passaggio saliente delle motivazioni è relativo al profilo omissivo rilevato dai giudici nella condotta di Ferrovie dello Stato, che aveva affidato la commessa della scoibentazione delle carrozze ferroviarie alla ditta di Elio Graziano. Secondo il tribunale la società committente “non ha mai rilevato le macroscopiche violazioni della normativa in materia vigente nonché le disastrose condizioni in cui le maestranze di Isochimica spa erano di conseguenza costretta a lavorare”. Condizioni di lavoro a cui erano costretti gli operai di Isochimica ancora più “deprecabili”, se confrontate “col sì complesso sistema di tutela preventiva invece predisposto all’interno delle Officine delle aziende autonome delle Ferrovie dello Stato proprio in relazione alla medesima tipologia di regolazione di quelle tanto massivamente così sbrigativamente affidate ad Isochimica spa”.