Accusato di abuso d'ufficio, slitta la sentenza per Domenico Biancardi

La sentenza è slittata al 15 febbraio prossimo

accusato di abuso d ufficio slitta la sentenza per domenico biancardi
Avella.  

Mancata demolizione di Villa Abate: ancora un rinvio per la sentenza. A presentare certificato medico un imputato e dunque per legittimo impedimento il processo è stato rinviato al 15 febbraio.

Legittimo Sospetto dichiarato inammissibile

Dunque dopo la richiesta di legittima sospensione del processo per l’imputato Domenico Biancardi, dichiarata inammissibile dalla Suprema Corte, la sentenza verrà emessa dal tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduto dal giudice Roberto Melone.

La vicenda

L’ex presidente della Provincia di Avellino, difeso dagli avvocati Generoso Pagliarulo e Gianfranco Iacobelli, aveva chiesto- nel luglio scorso - la sospensione del giudizio per legittimo sospetto chiedendo il trasferimento davanti ad un’altra autorità giudiziaria. La richiesta di applicazione della legge Cirami e dunque la rimessione del processo ad un altro ufficio giudiziario, ad avviso dei legali dell’ex presidente della provincia, sarebbe stata dettata «da una situazione ambientale di poca tranquillità, anche alla luce della richiesta formulata dal pubblico ministero in udienza di tre anni di reclusione per un semplice abuso». Ma la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso in quanto non era stato notificato alle altre parti.

Le richieste del pm

Il pubblico ministero, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto tre anni per Domenico Biancardi ex presidente della Provincia e un anno e sei mesi di reclusione per gli altri 10 imputati. I dieci a processo sono accusati di abuso in atti d’ufficio, per evitare che fosse demolita Villa Abate, l’abitazione di un privato cittadino situata in località Sant’Angelo. Demolizione che fu completata a distanza di pochi giorni, il 9 giugno 2014. Abbattimento, che però, stando all’ipotesi accusatoria doveva essere eseguito subito senza alcun differimento.