Truffa bonus facciate: 5 gli irpini indagati, ci sono anche imprenditori edili

indagati imprenditore di Pietradefusi e un titolare di una ditta di ristrutturazione di Monteforte

truffa bonus facciate 5 gli irpini indagati ci sono anche imprenditori edili

nel mirino della Finanza immobili inesistenti nelle misure catastali, pregiudicati, percettori di reddito, ma anche commercialisti e ingegneri

Avellino.  

Immobili inesistenti nelle misure catastali, pregiudicati, percettori di reddito, ma anche commercialisti e ingegneri: questo e tanto altro è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Avellino nell'inchiesta sui fondi del Super Bonus edilizio che ha portato al sequestro di tre milioni e mezzo di euro e 30 persone indagate.   
L'indagine coinvolge persone residenti in Campania, tra Salerno, Napoli, Benevento e Avellino e diverse società, tra cui una denominata "cartiera", situata in provincia di Vicenza, che aveva il ruolo di intermediario nell'accumulo di crediti d'imposta falsi.
La complessità dell'inganno è emersa nel momento in cui è stato scoperto un intricato network di persone fisiche che avevano inviato un elevato numero di comunicazioni telematiche all'Agenzia delle Entrate, dichiarando la cessione di crediti d'imposta legati a lavori edilizi che in realtà non erano mai stati effettuati.

 Gli indagati

Nel mirino della Finanza ci sono professionisti, imprenditori, ma anche molte figure cosiddette “teste di legno”: pregiudicati e persone senza fissa dimora. Tra i 30 indagati anche un imprenditore edile di Pietradefusi di 49 anni e un titolare di una ditta di ristrutturazione di 58 anni di Monteforte Irpino. 
Gli aspetti più critici di questa truffa comprendono: beneficiari con precedenti penali e bassi redditi: molti dei beneficiari dei crediti falsi avevano un passato penale e, in alcuni casi, erano anche percettori del reddito di cittadinanza.

Ecobonus, sismabonus e bonus facciata

Crediti di notevole entità frazionati in molte comunicazioni: I crediti d'imposta, principalmente riconducibili a "ecobonus," "sismabonus," e "bonus facciate," erano stati frammentati in numerose comunicazioni, rendendo difficile la tracciatura. Soggetti esecutori dei lavori edilizi poco chiari dal punto di vista fiscale: gli individui che avevano dichiarato di aver eseguito i lavori edilizi avevano un profilo fiscale poco chiaro e dubbi collegamenti con le attività effettive.

Gli immobili inesistenti

Immobili inesistenti nelle dichiarazioni catastali: molte delle proprietà dichiarate nei documenti inviati all'Agenzia delle Entrate si sono rivelate inesistenti o non erano connesse a lavori edilizi. In particolare, gli inquirenti hanno scoperto che la società "cartiera" con sede a Vicenza, gestita nel tempo da vari "prestanome," aveva operato in modo fraudolento per ottenere indebitamente i "bonus edilizi." Aveva documentato l'esecuzione di lavori edilizi mai realizzati emettendo fatture per operazioni inesistenti. Successivamente, questa stessa società aveva ceduto parte dei crediti a diverse "seconde cessionarie" con sedi in tutto il territorio nazionale.

Il pool della Procura di Avellino

L'operazione di indagine fa parte degli sforzi complessivi per contrastare le frodi legate alle spese pubbliche intraprese dalla Procura di Avellino. A tal fine, è stato creato un pool specializzato di pubblici ministeri, in collaborazione con la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate di Avellino, al fine di garantire un controllo rigoroso e una reazione rapida alle frodi finanziarie.