Solofra, pur di avere il reddito di cittadinanza "dimentica" la moglie: assolto

Nella dichiarazione presentata ha omesso di essere coniugato e viene accusato di falso

solofra pur di avere il reddito di cittadinanza dimentica la moglie assolto
Solofra.  

di Paola Iandolo 

Pur di percepire indebitamente il reddito di cittadinanza, aveva omesso di dichiarare che era coniugato. Questa la contestazione mossa dalla Procura di Avellino nei confronti di un 55enne residente nella città della concia, denunciato dai carabinieri della locale stazione per falso. Ma con l’epilogo del processo, l’uomo, difeso dall’avvocato Angelo Polcaro, è stato assolto con formula piena da ogni addebito. L’uomo, coniugato da diversi anni, nel 2021 nel presentare la domanda per aver accesso al beneficio del reddito di cittadinanza, dichiarava di essere l’unico componente del nucleo familiare, omettendo dunque di comunicare che la propria famiglia era composta anche dalla moglie  che peraltro risiedeva nella stessa abitazione.  Comunicazione necessaria e rilevante al fine di determinare i requisiti patrimoniali previsti dalla normativa istituiva del reddito di cittadinanza onde essere ammesso al beneficio.  Sulla scorta della dichiarazione  falsa, la domanda veniva  inizialmente accolta e l’uomo  percepiva per alcuni mesi il reddito di cittadinanza, sino a quando i carabinieri del comando di Solofra, nello svolgere i dovuti accertamenti,   appuravano che l’uomo in realtà era  sposato da diversi anni.

Le indagini 

I militari, infatti provvedevano ad acquisire documentazione presso il comune di Solofra dalla quale si evinceva che l’uomo non solo fosse coniugato, ma che la moglie abitasse ancora con lui.  Immediatamente il 55enne veniva deferito in stato di libertà alla competente autorità giudiziaria  e della vicenda veniva anche interessata la direzione provinciale dell’Inps di Avellino che provvedeva a sospendere  l’erogazione del beneficio a favore dell’uomo, chiedendogli anche la restituzione di quanto indebitamente percepito.  Dunque  incominciava per il 55enne un procedimento  penale  sfociato dapprima nel rinvio a giudizio e all’esito dell’istruttoria dibattimentale nella richiesta di condanna a 2 anni di reclusione formulata dal pubblico ministero nella sua requisitoria.

La difesa 

Ma nel corso del processo celebrato dinanzi al tribunale di Avellino sulla scorta delle prove addotte dal difensore dell’imputato è emerso che il 55enne era ormai da tempo separato di fatto dalla moglie, anche se  i due continuavano a coabitare sotto lo stesso tetto.  E solo per questo motivo il 55enne solofrano aveva ritenuto di non dichiarare, nella domanda inoltrata al  Ministero delle Politiche sociali, che era  sposato. Inoltre, l’avvocato Angelo Polcaro, difensore del 55enne ha dimostrato mediante l’escussione di un testimone e la produzione di diversi documenti che il 55enne avrebbe comunque  avuto diritto al  beneficio del reddito di cittadinanza anche se avesse dichiarato di essere coniugato, atteso che neanche la moglie lavorava e aveva un reddito proprio. Pertanto, in pieno accoglimento delle richieste difensive e sulla scorta di un recente pronunciamento di legittimità il Giudice monocratico del tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone,  ha mandato assolto l’imputato con la formula piena perché "il fatto non costituisce reato".