Rsa Volturara: anziani con tosse e febbre. "Vanno trasferiti"

La direzione della Rsa: L'Asl intervenga. Il figlio di un paziente: fate presto

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Volturara Irpina.  

Nella Rsa di Volturara la situazione è critica e resta alta la tensione per i 72 casi accertati di covid in pochi giorni. Poche ore fa il decesso di una 91enne ospitata nella struttura. Ieri sera  la donna, residente a Volturara, si era aggravata improvvisamente ed era stata trasferita in urgenza al pronto soccorso del Moscati, dove è morta oggi. Ma ora la situazione rischia di precipitare all’interno della Rsa diventa più difficile. Qualche altro anziano degente ha febbre e tosse, qualcuno desatura e ancora una volta la direttrice sanitaria, Giovanna Nittolo, chiama l’Asl per chiedere il trasferimento immediato degli anziani che presentano sintomi in strutture dedicate e specializzate nella cura del covid. Solo lo scorso mercoledì 72 i casi di positività al coronavirus accertati, su ottanta tamponi processati. Anche il personale è ridotto a causa del virus. Nessuno può entrare e neanche uscire dalla struttura, che resta isolata. Inevitabile lo sconforto di anziani ospitati nella struttura e dei loro familiari. Erano stati gli stessi amministratori della clinica, come anche il sindaco Nadia Manganaro a chiedere, anche via social, l'arrivo di volontari medici, infermieri e operatori sanitari da poter impegnare nella clinica. Intanto proprio sul caso del decesso della 91enne di Volturara avvenuto oggi al Moscati il sindaco dichiara: "Siamo tutti tristi e addolorati per questa notizia, porgiamo alla famiglia le nostre condoglianze e quelle di tutta la comunità.

Sullo sfondo la comprensibile apprensione vissuta dai familiari degli anziani, costretti a poter avere solo contatti telefonici con i propri cari e con il personale per conoscere lo stato di salute dei propri cari. 

"Mio padre è uno degli anziani risultati positivi al Covid all'interno della Rsa - spiega Giovanni Carlo Di Meo -. Sto vivendo momenti terribili con tutta la mia famiglia. E' davvero dura sapere che tuo padre non sta bene e che tu non puoi fare assolutamente nulla, se non avere notizie tramite un telefono. E' comprensibile la nostra tensione come quella del personale sanitario, impegnato all'interno della struttura. Sono pochi e lavorano in condizioni di grande stress emotivo. Alcuni di loro sono risultati positivi al covid e devono assistere pazienti anziani e che presentano altre patologie. Mio padre è debole, e' affetto da demenza senile  e anche da una forma di Morbo di Parkinson. Io con lui non posso comunicare. Vivo ore di tensione e paura. Se avessi potuto lo avrei portato a casa, ma non posso. Dipendo da un telefono, l'unico mezzo che ho per comunicare con i sanitari che stanno provvedendo alle sue cure. L'Asl deve intervenire subito per fornire assistenza adeguata".