Consorzio Asi, continua lo stato di agitazione: "La politica dia l'esempio"

I segretari Fp Cgil e Uil Fpl, Morsa e Venezia chiedono dati certi all'amministrazione

consorzio asi continua lo stato di agitazione la politica dia l esempio
Avellino.  

"Occorre chiarire preliminarmente, senza entrare in tecnicismi giuridico-economici, che contrariamente a quanto riportato all’interno dei vari articoli, di qualche testata giornalistica, che si sono succeduti nel corso di tutti questi mesi, i dipendenti (non dirigenti - n. 10) dell’ASI percepiscono “in media una retribuzione “lorda” di circa 50mila euro, come da CCNL ”, basti pensare che circa il 40% del “costo aziendale complessivo di tutti dipendenti” viene assorbito dai 3 dirigenti".

Così in una nota congiunta I segretari Fp Cgil e Uil Fpl, Morsa e Venezia che provano a chiarire alcuni aspetti ella vertenza. 

"Piuttosto che focalizzare l’attenzione su una astratta (e voluta!!!) problematica del costo dei dipendenti consortili, quasi convertendo i loro diritti riconosciuti da un CCNL, in assurdi “privilegi”, si sposti l’attenzione sulla eventuale riduzione/azzeramento del costo economico dell’Amministrazione consortile. La spesa sostenuta dall’Ente per gli Amministratori (n.5), è pari ad una indennità annua di quasi 200.000,00 Euro, oltre ai compensi del Collegio dei Revisori dei Conti (n.3) per altri circa 110.000,00 Euro".

"Non vi è dubbio, che, qualora la situazione “disastrosa” paventata dal Presidente p.t. dovesse trovare eventualmente conferma, la ritenuta necessaria ulteriore riduzione costo/retribuzione base dei dipendenti non dirigenti, andrebbe certamente e senza alcun dubbio preceduta prioritariamente, non dalla semplice razionalizzazione delle suddette indennità, ma da una piena rinuncia alle stesse - continua la nota dei sindacati - Ricordiamo che rispetto a dette indennità dei componenti del Comitato Direttivo, non vi è stata, ad oggi, alcuna rinuncia/riduzione da parte degli Amministratori (contrariamente a qualche dichiarazione resa pubblica in tal senso)". 

"Al tavolo sono state ribadite le richieste circa la problematica dei contributi non versati e le quote di TFR. Il Piano Industriale (trasmesso in data 04 settembre 2023) è risultato a prima vista inadeguato a contenere una fattibile strategia di risanamento da adottare in termini di azioni di medio termine in grado di definire un assetto industriale e finanziario sostenibile, creando e prevedendo presupposti concreti per il risanamento dell’Ente, quindi descrivere la situazione attuale e quella obiettivo, ed al contempo garantire la previsione di entrate concrete - aggiungono i segretari delle organizzazioni sindcaali - Nella breve e preliminare analisi effettuata sul Piano Indutriale è emerso che tenuto conto di quanto dallo stesso previsto per il costo del personale, da contenere in € 1.000.000,00 a fronte dei 1.234.000,00 attuali, tenuto conto della prossima quiescenza di un dirigente/dipendente, la problematica della razionalizzazione dei costi dei dipendenti, quale soluzione alla crisi economica e sbandierata da mesi sui quotidiani, è risultata essere rispetto al costo attuale complessivo minima se non nulla. Pertanto le OO.SS. hanno richiesto dati certi all’Amministrazione, su detta differenza.

"E’ stata manifestata, inoltre al tavolo dalle OO.SS. anche una delle possibili reali soluzioni, a salvaguardia dell’Ente capofila, un nuovo modello di Governance (sulla base ad es. del modello Basilicata – Consorzio ASI di Potenza – API-Bas S.p.a.) che consenta una visione strategica unitaria delle politiche industriali e produttive regionali da mettere in campo per adeguare i servizi richiesti dalle imprese esistenti e da quelle che andranno a localizzarsi e promuovere la crescita della competitività, che veda finalmente coniugarsi le scelte politiche con l’interesse generale, avendo quale prioritario obiettivo la salvaguardia dei dipendenti del Consorzio e loro professionalità e la gestione del servizio depurazione, tralasciando quindi lo schema del vecchio sistema gestionale che si è rivelato fallimentare, attraverso appunto l’intervento della Regione in una società di nuova costituzione con conseguente estensione dell’oggetto sociale, razionalizzando in primis i costi di gestione manageriale (Amministratore Unico) e la fissazione di una nuova mission mirata a promuovere e sostenere lo sviluppo industriale" conclusono le organizazioni sindacali