L'OPINIONE. Un diluvio di inutili cose

Contributo a cura di Luigi Mainolfi

l opinione un diluvio di inutili cose
Avellino.  

di Luigi Mainolfi

In Irpinia, i rappresentanti politici e gli amministratori continuano a partorire espressioni senza senso. Non bastavano i Gal, i Piani di zona, i Distretti di vario tipo, le Area Vasta, le Zone ASI, le Zone interne e l’incomprensibile Svimar, hanno creato Masterplan. Cosa significa? Una volta, quando non si sapeva cosa fare, si proponeva di istituire una commissione, adesso si inventa una parola o un Ente. Questo diluvio di “cose inutili” ha diverse cause quali l’ignoranza delle discipline economiche, l’agitazione provocata dall’ansia di apparire, l’assassinio delle vere forze politiche, provocato dal binomio populismo –giustizialismo e l’improvvisazione degli eletti, a tutti i livelli.

Eserciti di amministratori

Abbiamo eserciti di aspiranti amministratori, ma pochi dimostrano di conoscere i problemi del territorio e i compiti istituzionali dell’ Ente, di cui vogliono diventare rappresentanti. Per poter dare un contributo allo sviluppo di un territorio, bisogna conoscere le sue risorse e come valorizzarle.  La storia politica irpina dimostra che l’edilizia e i lavori pubblici sono stati i settori economici più utilizzati nelle lotte amministrative. Purtroppo, nella logica da “Mani sulla città”, non in quella della valorizzazione del territorio e dell’esaltazione dei Borghi, centri di “gravità permanente”. Se paragoniamo Avellino attuale a quella degli anni ’60, non troviamo il suo fascino e la sua anima, l’uno sfasciato e l’altra evaporata. Analogamente, l’Irpinia è stata fatta essiccare. Sembra un albero senza foglie e senza frutti. Se Rossi-Doria, andava predicando che se non si valorizzano le risorse, un territorio non esce dal sottosviluppo, vuol dire che aveva constatato l’inesistenza di questa conquista concettuale.

Quel tesoro sotto gli occhi

Nel 1983, coinvolsi il Presidente dell’INSUD in un Convegno sul turismo, che si svolse sul Piano Laceno, Hotel 4 Camini. Alla vista del paesaggio, rivolgendosi a me, esclamò: “Siete pazzi. Avete questo tesoro e non lo valorizzate”. Una frase ancora più illuminante me la disse il Ministro Francesco Forte. Venendo da Napoli, appena usciti dalla Galleria di Monteforte, guardando Mercogliano, esclamò: “Non sapete rendere affascinante il paesaggio. Il colore dei tetti non si sposa con quello del paesaggio”.

Gli artisti, questi sconosciuti

Secondo me, le risorse di cui disponiamo sono il terreno agricolo, i corsi d’acqua, le montagne, il folclore, le risorse intellettuali, gli artisti, i luoghi di culto, come Montevergine e San Gerardo di Materdomini e i paesaggi. Ai fini dello sviluppo è anche importante il collegamento con realtà complementari, come Napoli, Benevento e Caserta. Con Salerno il rapporto è problematico. Il peccato più grande è non aver mai pensato di conoscere le risorse intellettuali e quelle artistiche. A differenza di Benevento, che ha adottato i suoi artisti (vedi il rapporto Palladino-Sannio), l’Irpinia ignora i suoi artisti e i suoi giovani talenti.

Famosi nel mondo

Quando mi impegnai per far nascere il Teatro Gesualdo, pensavo anche a produrre opere teatrali, utilizzando artisti irpini. Nel 2005, producemmo il Concerto lirico “Irpini per l’Irpinia”, con il tenore Nicola Pisaniello e la Soprano Carmen Giannattasio, e il Rigoletto. In giro per il mondo ci sono pittori e scultori irpini di fama internazionali. Quanti politici e amministratori lo sanno? Un altro tesoro è la possibilità della riconversione delle colture esistenti con quelle più redditizie, come le tartufae, per le quali molte zone montane sono vocate. Potrei continuare, ma temo di annoiare. Spero che quanto innanzi provochi l’esigenza di confronti e approfondimenti.