Pd, l'ira della D'Amelio: "Io deluchiana? Immagine costruita ad arte"

"Sono Rosetta D 'Amelio con la mia storia, la mia identità, il mio percorso e con la mia libertà"

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Avellino.  

"Si è voluto costruire ad arte l'idea che io fossi deluchiana per far intendere che De Luca vuole mettere le mani sul partito della Regione Campania. Ritengo gravissima questa cosa per la mia persona". 

Lo ha detto Rosa D'Amelio, candidata unica al congresso regionale del Pd prima della nomina del commissario deciso da Roma. "In tutto questo percorso - ha precisato oggi - non ho mai sentito De Luca, l'ho chiamato io all'indomani delle primarie". 

"Io rispetto De Luca perché, essendo stata amministratrice, rispetto chi si cimenta con il voto, chi ci mette la faccia sui territori, perché amministra una regione difficile, ha fatto vincere il centrosinistra due volte. Ma Io non sono deluchiana, sono Rosetta D "Amelio con la mia storia, la mia identità, il mio percorso e con la mia libertà".

"Credo che quanto successo sia molto grave. In una regione come la nostra prima di tutto è importante essere leali, dire le verità. I giochini, i sotterfugi ei lunghi coltelli credo siano un danno per un partito che dovrebbe allargarsi ai territori". Secondo D'Amelio, "si poteva benissimo procedere con l'elezione del segretario regionale anche se c'era un problema su Caserta, definire con il commissario di Caserta la questione e fare il congresso. Credo che abbia prevalso il volere di Roma con l 'avallo di molte persone che sono qui a Napoli, soprattutto di chi ha sostenuto la mozione Schlein ma anche di una parte dei bonacciniani". 

D'Amelio: ricandidarmi in Campania? Dovrei pensarci molto 

"In questo momento dire immediatamente che lo escludo sarebbe sbagliato, ma ci rifletterei molto, molto". Così Rosa D'Amelio, candidata unica alla segreteria regionale del Pd prima del commissariamento del partito regionale campano deciso da Roma, ha risposto ai cronisti in merito a una sua rinnovata disponibilità a candidarsi alla guida del partito regionale al termine del periodo di commissariamento affidato a Antonio Misiani. 

D'Amelio, nel riferire che resta nel partito, ha aggiunto: "Io credo davvero nel Pd ma ritengo che ci sia molto da lavorare, bisogna riprendere i legami con i tanti che non sono andati a votare, bisogna fare buone leggi, lavorare perché il lavoro per i giovani del Mezzogiorno sia la priorità dell'impegno del Pd". E rispetto ai rapporti con il commissario Misiani, D' Amelio ha riferito che si sono confrontati. "Darò una mano a Misiani - ha affermato - e ritengo che questo partito abbia delle risorse straordinarie. Credo che ce la possiamo fare a patto che Roma cambi musica, che conosca e si rapporti con i territori, che capisca realmente che per un partito è sbagliato pensare che la politica si svolga nelle stanze romane e pensare questo è ancora più sbagliato dopo l'elezione della Schlein".

Pd, D'Amelio: tradita da partito che ha perso rispetto persone

"Alla consegna dei documenti che accompagnano la candidatura a segretario - fa notare - c'erano le firme di tutte le mozioni. Nel secondo step, quando c'erano da raccogliere le firme dei candidati, ho notato che nel verbale c'erano tutti i riferimenti e le firme di Avellino, Benevento e Salerno, ma a Napoli mancavano gli estremi dei bonacciniani e dell'area Schlein. Mi viene il dubbio che questo accordo fosse gia' stato fatto in precedenza".

Per D'Amelio, se si "ragiona in questo modo" e se "il personalismo prevale sulla politica", il partito "non ha speranza". 

L'ultima frecciata e' rivolta a Sandro Ruotolo: "Lui ha parlato di familismo nel Pd - dice - per me dev'essere un partito in cui va avanti solo chi merita e ha ricevuto consensi sui territori. Altrimenti dobbiamo dire che diventa il partito dei figli, ma anche dei fratelli e dei nipoti".