Avellino verso il voto. De Mita jr: "Contro Festa un derby inutile"

Intervista a Giuseppe De Mita che parla del nuovo progetto Base Popolare e delle amministrative

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"Noi saremo nella partita ma fuori dallo schema pro o contro Festa. Una discussione moralistica che dipinge Festa come un personaggio oscuro quando poi i pittori sono più oscuri del personaggio che vogliono dipingere"

Avellino.  

Base Popolare, il movimento politico centrista battezzato due settimane fa a Roma alla Camera dei Deputati con Giuseppe De Mita, Marco Follini e Gaetano Quagliariello, parteciperà alle prossime elezioni amministrative nella città di Avellino, nel 2024. O meglio “Sarà nella partita” come ha chiarito De Mita jr. dopo aver spiegato come nasce questa nuova esperienza politica e qual è il suo orizzonte.

Onorevole De Mita partiamo dal nome. Perché “Base popolare”?

“Innanzitutto mi faccia dire che non è un partito, per ora, ma un'associazione politica che mette insieme esperienze e novità. Il nome è espressione di quello che vogliamo essere: base significa ripartire dai territori e dalle persone, sgomberando il campo da quell'ansia inutile di rincorrere il potere - come spesso accade nelle nostre realtà - come uno strumento inutile ad aiutare le condizioni di vita reale della gente. Popolare perché il popolo è protagonista, perché la sovranità popolare fonda la democrazia, laddove la partecipazione non si riduce solo al voto”.

Molti sono stati i tentativi di riempire il vuoto lasciato dalla Democrazia Cristiana. L'area centrista ha visto nascere diversi gruppi e movimenti negli ultimi anni, perché questa volta è diverso?

“Noi vogliamo ripartire da qui, mettendo insieme lunghe e consolidate storie politiche con la novità, ma agganciandoci al futuro. Nessuna tentazione da parte nostra di rieditare esperienze superate dalla storia, ma la ferma determinazione da parte di personalità di grande esperienza, di aiutare la crescita di una nuova classe dirigente. Non c'è tattica, è un' operazione tutta politica giocata sul grande rischio di muoversi in questo spazio indefinito che è quello dell'astensione, del disagio, della volatilità del voto, ma crediamo sia la vera linea di frontiera della crisi dei sistemi democratici attuali”.

Ci sono però delle importanti scadenze elettorali alle porte, innanzitutto le Europee. E ci sono tanti partiti dell'area centrista che puntano a raggiungere il quorum, Base Popolare che obiettivi si è posto?

“Base Popolare non nasce con una scadenza come uno yogurt. Lo sappiamo tutti - lo so io che l'ho vissuto sulla mia pelle - certe iniziative che nascono calibrate sul passaggio elettorale sfioriscono spesso prima del passaggio stesso e se riescono ad affrontarlo muoiono nel passaggio elettorale.

Noi abbiamo un'altra idea: abbiamo definito i contorni dell'iniziativa con persone fresche e preparate come come Dante Monda e Francesco Tuccillo. E questa idea sta già raccogliendo attenzione e disponibilità. Apriremo una serie di confronti con le realtà associative che un tempo facevano intermediazione e che oggi sono rimaste senza interlocutore. Celebreremo una nostra iniziativa di comunità il dal 22 al 24 settembre a Marina di Grosseto. L'orizzonte si allungherà giorno per giorno. Le scadenze elettorali sono un passaggio significativo è vero ma per noi adesso non sono un'ansia. E poi diciamoci le cose come stanno, queste europee non cambieranno nulla...”

Può spiegarsi meglio?

“Sul piano europeo non cambiano gli equilibri politici. La nuova maggioranza è stata già fatta, ed è una maggioranza che coinvolge tutti dai socialisti ai conservatori perché in questo momento storico - con la guerra in Ucraina -  occorre un'intesa ampia e trasversale. Piuttosto l'equilibrio politico cambierà subito dopo le Europee, nel nostro Paese, perché il nostro è un equilibrio fragile costruito su due estremismi inconcludenti, quello della Meloni e quello della Schlein.

Noi ci prepareremo a fare questi passaggi ma non saremo degli avventurieri, non abbiamo ansie di ambizioni da consumare, siamo animati da un desiderio profondo e da un' istanza morale di ricostruire il senso della vita politica”.

Dopo le Europee toccherà alle elezioni amministrative. Nella città di Avellino c'è già grande fermento tra un centrodestra esaltato dall'esperienza di governo e il centrosinistra allargato, mentre il sindaco Festa per il momento balla da solo. Lei come pensa andrà a finire?

“Mi lasci dire che tutto il dibattito in questo momento ad Avellino è costruito intorno a una finzione. Una finzione comoda e conveniente per quelli che fanno, tentano o fingono di fare opposizione. Tutto si esaurisce nel “pro Festa o contro Festa”, è un grave errore personalizzare e si cade in un grande equivoco. Io vivo in città parlo con le persone e scopro una città totalmente disinteressata dall'esito di questo derby che si consuma tra piccoli gruppi. Secondo me la città ha ancora un'ansia di novità maldestramente espressa dalla candidatura di Ciampi qualche anno fa. Ma quest'ansia di novità fermenta.

Non è questo lo schema rispetto al quale assumere decisioni. Con Festa o contro Festa? Lo schema è Pro Avellino e aprire una discussione su chi fa meglio qualcosa per la città. Questa discussione moralistica che dipinge Festa come un personaggio oscuro quando poi i pittori sono più oscuri del personaggio che vogliono dipingere, mi pare una cosa totalmente astratta”.

Quindi voi ci sarete alle prossime amministrative ad Avellino?

“Si. Noi saremo dentro la partita ma fuori da questo schema. Non so se saremo una novità significativa ma saremo una novità rispetto a quello che si percepisce e si legge fino ad oggi”.