Giù le mani dai pini: no alla cittadella degli uffici

Il comitato ambientalista contro l'amministrazione: così renderemo a città più brutta

giu le mani dai pini no alla cittadella degli uffici
Benevento.  

Tornano a far sentire le loro ragioni i cittadini riuniti nel comitato “Giù le mani dai Pini” che lotta per mantenere il patrimonio storico e ambientale di viale Atlantici.
In una nota firmata da Francesco Di Donato e Luca Coletta spiegano:
“Perché da un anno e mezzo il sindaco si accanisce sui pini? Le cronache narrano di ossessioni per conseguenze penali irrealistiche, propagandate come preoccupazione per l’incolumità generale. E tuttavia ci sono anche ragioni terrene dietro il programma di abbattimento, come la “prossima” apertura - si fa per dire, visto che sarebbe nel 2023 - della Cittadella degli Uffici nell’ex caserma Pepicelli. È proprio il sindaco a tirarla in ballo con massima naturalezza a margine di uno dei vari eventi a cui partecipa: “Nel giro di due anni con la creazione della Cittadella degli Uffici crescerà l’afflusso di persone in zona. Non possiamo davvero rischiare… E le radici continuano a creare problemi”. In buona sostanza, secondo lui, dovremmo abbattere i pini perché il Demanio dello Stato deve risparmiare, concentrando sul viale degli Atlantici un numero abnorme di uffici. E alla città e agli abitanti del viale esattamente che cosa ne verrebbe in tasca? Quale guadagno deriverebbe alla collettività dal riempire il viale di macchine e persone, condannandolo al caos, al traffico e all’inquinamento, per di più senza nemmeno il sollievo degli alberi? È evidente che al sindaco non importa della città e della distruzione di una delle sue aree più belle, già danneggiata da altre iniziative sciagurate. La Cittadella, non si sa perché, s’ha da fare e nulla deve intralciare il progetto. Non a caso le analisi si concentrano sugli alberi a ridosso dell’ex caserma, che, nell’ossessione vera o presunta del sindaco, sommati all’immane flusso di gente, equivarrebbero ad aumento esponenziale delle probabilità di strage per caduta pini. E se incredibilmente il tecnico dovesse decretare che i pini non risultano propensi al cedimento? Come in una slot machine truccata ci sono già pronte le radici da tirare in ballo, secondo un concetto onnicomprensivo di pericolosità, che consiglierebbe un più sensato ritorno al grembo materno, sebbene nel mondo reale il caso specifico sarebbe risolvibile persino senza motoseghe. Ma, quale che sia il motivo che spinge il sindaco ad abbattere i pini e ad avallare un’operazione scellerata come quella della Cittadella - magari una “visione” di città che si nutre di cemento, traffico e benefici per tutti tranne che per i cittadini -, il punto è che ci si preoccupa della pericolosità dei pini - al momento indimostrata e in corso d’accertamento con analisi a cui il Comune, con la consueta trasparenza, c’impedisce di partecipare -, mentre si condannano allegramente gli abitanti del viale a un destino ben più grave per la salute pubblica. Il tutto in zona sottoposta a vincolo.
Ma che cos’è la Cittadella? Il Demanio per fare economia vorrebbe concentrare nell’ex caserma Pepicelli: Dogana, Guardia di Finanza, Ragioneria dello Stato, Agenzia delle Entrate, Mibact, Archivio di Stato, Ministero del Lavoro, parte del Tribunale e chi più ne ha più ne metta. Riuscite a immaginare il quantitativo di macchine e persone che si riverserebbe in una zona come il viale - centrale, residenziale e di pregio paesaggistico -, per di più priva di adeguati posti auto e di collegamento diretto con arterie veicolari rivolte verso la provincia ed il resto della regione? Il caos.
Eppure non mancano le ragioni che ostano seriamente alla messa in pratica di questa follia: Il vincolo storico ambientale. Nonostante quel che si legge nella Relazione del Progetto di Fattibilità commissionata dall’Agenzia del Demanio, l’intero complesso dell’ex Seminario, come gran parte degli edifici prospicienti il viale degli Atlantici, rientra nel Centro Storico ed è quindi protetto dal PUC vigente, con vincolo storico-ambientale ai sensi del Dlgs n.42/2004, art. 136;
La destinazione d'uso. In base al vigente Piano Urbanistico Comunale, l’edificio oggetto d’intervento appartiene a zona F5 ovvero “spazi destinati ad attrezzature militari, attività producenti servizi speciali, quali attrezzature di impiantistica territoriale e cimiteriale, nonché spazi destinati ad attrezzature universitarie”. In pratica nessuno degli uffici dislocati è compatibile con la destinazione di zona prescritta dal Puc;
La vulnerabilità sismica. Come si trattasse di questione secondaria, la relazione prosegue dicendo che l’indagine sulla vulnerabilità sismica a cura della A.I.C.I. Engineering Srl ha dato esito negativo. Per le normative antisismiche vigenti, le strutture valutate non sono idonee a ospitare attività strategiche quali quelle che il Demanio vi vorrebbe allocare. Parliamo di attività che secondo la Protezione Civile devono rimanere sempre funzionanti anche in caso di terremoti severi, il tutto in un fabbricato che, costruito all’inizio del ‘900, sotto l’azione di una scossa persino di media intensità diverrebbe quanto meno inagibile. E in un sol colpo addio Dogana, Guardia di Finanza, Ragioneria dello Stato, Agenzia delle Entrate, Mibact, Archivio di Stato, Ministero del Lavoro, Tribunale. Se davvero il sindaco tiene a garantire il regolare svolgimento di queste attività amministrative, perché non collocarle nell’edificio dinanzi al Duomo, rimasto incompleto e senza funzioni? La struttura - progettata da Gabetti & Isola - è stata realizzata secondo le più recenti norme tecniche di costruzione in zona sismica ed è perfettamente in grado di ospitare funzioni strategiche. Inoltre qui si avrebbero tutti i parcheggi necessari, dal Megaparcheggio a quello di Porta Rufina, e la Cittadella - se proprio si deve fare - potrebbe addirittura dare un impulso positivo a un’area già di per sé a vocazione commerciale ma che da anni langue.

Il Caos. È facilmente intuibile che spostare sul viale così tante attività amministrative e di servizio distruggerebbe questa parte della città, pregevole e destinata per sua vocazione a passeggiata - per altro già martoriata dal trasferimento dell’Inps nel vicino Palazzo degli Uffici -, con incontrollato incremento del carico antropico e veicolare e conseguente innalzamento dei livelli d’inquinamento.

La desertificazione delle altre zone. Gli accentramenti non portano niente di buono per nessuno. L’altra faccia della medaglia è infatti la desertificazione commerciale delle aree che vedranno venir meno gli uffici lì originariamente ubicati. E quindi, caos per le aree che accolgono l’accentramento, specie se centrali e inadatte, il nulla per quelle che perderanno i singoli uffici.
Alla luce di ciò, non si capisce come tutto ciò possa andare avanti ed essere sostenuto dal sindaco. Meno che mai si capisce che cosa faccia quella che dovrebbe essere l’opposizione. Nel mezzo, come sempre, i cittadini. Ma perché dovremmo subire anche questo? Con la “Cittadella Amministrativa” i Beneventani saranno più poveri “e avranno una città più brutta”.