Si definisce una semplice cittadina: "Sono una lettrice di Ottopagine; invio queste poche righe dopo aver letto l'articolo dei sei ragazzi strappati alla vita. Poche righe per esprimere vicinanza ad un dolore senza nome".
Le pubblichiamo: "Sei ragazzi tragicamente strappati alla vita, sei famiglie rotte dal dolore, quel dolore che non ha un nome; non esiste un nome per chi perde un figlio.
Non esiste perché non è pensabile, non è accettabile, eppure bisognerà accettarlo e poi, con il tempo, provare a sopravvivere e vivere per quei figli che sono rimasti, per quei ragazzi che hanno perso degli amici, per dire e dare ai giovani speranze dietro la disperazione, sorrisi dietro le lacrime, forza dietro così tanta fragilità. Scrivo queste poche righe perché sento un profondo sentimento di vicinanza verso queste madri e questipadri, di cui non conosco i nomi, né i volti, ma che sono diventati i figli di tutti noi.
Chiudo con questi versi di Franco Arminio per le sei stelle che ci illuminano da lassù e per provare a dare un po' di calore a chi sta vivendo un dolore che non ha un nome.
“Si è vicini quando il dolore è unanime. Bello vedere che ti asciughi le mie lacrime”.