Sul fronte del personale sanitario, l'Italia non manca di medici ospedalieri ma soffre la carenza di infermieri: 6,5 ogni 1.000 abitanti contro una media Ocse di 9,5. La medicina generale resta invece scoperta, con oltre 5.500 medici mancanti. Emerge dall'ottavo Rapporto Gimbe presentato oggi: "Rimane incomprensibile la scelta di formare più medici senza prima arginare la loro fuga dalla sanità pubblica", afferma il presidente Nino Cartabellotta. La riforma dell'assistenza territoriale, inoltre, mostra ritardi e disomogeneità: al 30 giugno 2025, solo il 2,7% delle Case della Comunità attive dispone di personale medico e infermieristico, mentre gli Ospedali di Comunità attivi sono il 26%. Oltre al completamento delle strutture, rimane il nodo del personale: "carenza di infermieri e incertezze sulla reale disponibilità dei medici di famiglia a lavorare in queste strutture", rileva Gimbe. Secondo il rapporto,. la spesa sanitaria totale per il 2024 è stimata in 185,12 miliardi di euro, di cui 47,66 miliardi a carico delle famiglie. Oltre 5,8 milioni di italiani, il 9,9% della popolazione, hanno rinunciato a cure e prestazioni, con punte del 17,7% in Sardegna.
"L'aumento della spesa a carico delle famiglie rompe il patto tra cittadini e istituzioni, lasciando milioni di persone senza sicurezza di accesso a una sanità pubblica efficace", continua il presidente Gimbe. Persistono, inoltre, forti divari Nord-Sud nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea): solo 13 Regioni rispettano i Lea, con Puglia, Campania e Sardegna tra le poche Regioni meridionali in regola. Riguardo alla mobilità sanitaria, questa grava per oltre 5 miliardi sulle Regioni meridionali, mentre l'aspettativa di vita nel Mezzogiorno resta fino a tre anni inferiore alla media nazionale. Il privato, nel frattempo, cresce. Nel 2023, su 29.386 strutture sanitarie, 17.042 (58%) sono private accreditate, mentre la spesa delle famiglie per il "privato puro" è aumentata del 137% tra il 2016 e il 2023.
"Un ecosistema complesso e intricato dove il libero mercato si sta espandendo, creando un binario parallelo al pubblico riservato a chi può permetterselo", prosegue Cartabellotta. Anche l'adozione del Fascicolo Sanitario Elettronico rimane incompleta, con ampi divari regionali. Al 31 marzo 2025 solo 6 documenti su 16 (lettera di dimissione ospedaliera, referti di laboratorio e di radiologia, prescrizione farmaceutica e specialistica e verbale di pronto soccorso) sono disponibili in tutte le Regioni.
