Dimensionamento, Fortini: "Avevamo ragione: salve 23 scuole da accorpamento"

L'assessore all'istruzione: "Questo apre le porte al ritorno di tanti insegnanti che lavorano fuori"

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L’assessore Fortini: “Ho urlato di gioia in auto. È una vittoria per la scuola campana e per i nostri studenti”

La Regione Campania vince il ricorso contro il Ministero dell’Istruzione: il Tar Campania ha accolto l’impugnazione presentata dalla Giunta regionale contro la norma nazionale sul ridimensionamento scolastico, che prevedeva la cancellazione di 25 dirigenti scolastici e l’accorpamento di 23 istituti sul territorio regionale.

La notizia è stata accolta con grande entusiasmo dall’assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini, che ha commentato sui social:

“Oggi ho saputo della sentenza del Tar e ho cominciato a urlare di gioia in auto. Da anni combattiamo contro il Governo, e a volte perdi la speranza o pensi che la giustizia non trionfi. Invece oggi il Tar ha deciso che la Regione Campania ha ragione nei confronti del Ministero dell’Istruzione e del Governo, perché è stato fatto un errore”.

“Non ci sarà alcun accorpamento: una vittoria per la Campania”

Fortini ha spiegato che la decisione del Tar “ferma il ridimensionamento e salva 23 scuole campane dall’accorpamento”.

“Lo scorso anno – ha ricordato – ci accorgemmo che il Ministero aveva calcolato 25.000 studenti in meno rispetto ai numeri reali. Con l’Avvocatura regionale abbiamo lavorato per capire come impugnare quella decisione e oggi la giustizia ci ha dato ragione”.

La sentenza, ha aggiunto l’assessore, comporta anche la condanna del Ministero al pagamento delle spese legali, pari a 6.000 euro.

“Non accade spesso – ha sottolineato – che il tribunale riconosca non solo la fondatezza del ricorso, ma anche la responsabilità diretta dell’amministrazione centrale. È una vittoria della Campania, della scuola campana e dei nostri studenti”.

“Ricorso per difendere la scuola, non contro il Governo”

Fortini ha poi precisato che l’azione legale “non è stata fatta per motivi politici, ma per difendere il diritto all’istruzione nella nostra regione”.

“La Campania non ha le stesse risorse di altre regioni e spesso paga ancora per errori di gestioni passate. Intanto vado nelle scuole e vedo sedie vecchie, strutture carenti, poche possibilità di miglioramento: è per questo che mi arrabbio e combatto”.

Secondo l’assessore, la sentenza potrebbe avere effetti positivi anche per i docenti campani che lavorano fuori regione:

“Aver vinto al Tar apre anche le porte al ritorno di tanti insegnanti campani che vivono e insegnano altrove”.

Fortini conclude con un monito:

“Il Ministero potrà impugnare la decisione al Consiglio di Stato, ma il Tar ha detto chiaramente che è stato commesso un errore. Se dovessero ricorrere, dovranno spiegare ai cittadini della Campania il perché. Sarebbe una vergogna”.

E nel merito il Ministero dell'Istruzione precisa: 


"In merito alla condizione del patrimonio edilizio scolastico in Italia, si ritiene opportuno precisare alcuni elementi con riferimento alle seguenti tematiche.
 
Si premette che gli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico in Italia sono 39.650 ed è a questo numero che occorre far riferimento anche per tutte le certificazioni sulla sicurezza. A questo proposito è necessario ricordare che la responsabilità per la gestione degli edifici e per le certificazioni più significative è di competenza degli Enti locali. Proprio in un’ottica di collaborazione e di supporto, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha messo a disposizione delle amministrazioni locali anche un sistema di monitoraggio delle scuole.
 
Occorre anche evidenziare sin da subito che con questo Governo si è avviato per la prima volta un piano straordinario di oltre 11 miliardi di euro, che utilizza sia fondi PNRR, sia, per circa 1/3 degli interventi di messa in sicurezza, fondi ministeriali. È il più grande piano di finanziamento relativo alla messa in sicurezza delle scuole italiane mai realizzato. Coinvolge attualmente oltre 10.000 edifici scolastici, un quarto del totale. È evidente che i risultati si vedranno al termine dei lavori fissato a giugno 2026, quando sarà possibile per i comuni anche aggiornare i relativi dati sulle certificazioni nell’ambito dell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica.
 
Inoltre, lo scorso anno sono stati finanziati circa 120 tra interventi resisi necessari a seguito delle verifiche di vulnerabilità sismica, interventi di adeguamento degli edifici scolastici alla normativa antisismica e interventi di riqualificazione energetica per un totale di circa 110 milioni di euro. Il Ministero ha anche promosso l’approvazione in Parlamento di ulteriori due specifiche disposizioni, con uno stanziamento aggiuntivo di 30 milioni di euro per l’anno 2025 e 10 milioni per il 2026, per far fronte alle esigenze indifferibili e urgenti in materia di edilizia scolastica e per la messa in sicurezza degli edifici scolastici pubblici, in favore degli enti territoriali competenti in materia.
 
La sicurezza delle scuole rimane quindi una priorità nazionale da perseguire con rigore, nel rispetto delle competenze e del lavoro costante svolto da amministrazioni centrali e territoriali per garantire ogni giorno ambienti sicuri a milioni di studenti.
 
Per questo motivo, il Ministero conferma la propria disponibilità a proseguire il confronto con tutte le realtà civiche e associative, per condividere dati, metodologie e monitoraggi, nella piena convinzione che la collaborazione sia la via più efficace per migliorare ulteriormente le condizioni delle nostre scuole.
 
Quanto alle certificazioni, la presenza delle stesse va sempre ricondotta alla normativa vigente e all’epoca di costruzione degli immobili.
 
A seguito di aggiornamento dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica il 90,5% delle scuole ha dichiarato di essere in possesso del Documento di Valutazione dei Rischi e del Piano di Evacuazione.
 
Con riferimento al Certificato di Prevenzione Incendi (CPI), si rappresenta che il Ministero sta definendo specifiche misure volte a favorire l’acquisizione del suddetto certificato. Si precisa, in ogni caso, che non tutti gli edifici destinati a uso scolastico sono soggetti all’obbligo di dotarsi del CPI. Il Ministero provvederà, altresì, a monitorare costantemente lo stato di aggiornamento delle certificazioni e a richiedere, ove opportuno, ulteriori integrazioni o chiarimenti agli enti competenti, al fine di assicurare la piena conformità degli immobili ai requisiti di sicurezza previsti dall’ordinamento.
 
Infine, in relazione alla presenza di materiali contenenti amianto negli edifici scolastici, si rappresenta che, nell’ambito delle attività propedeutiche alla definizione della nuova programmazione triennale dell’edilizia scolastica 2026-2028, sono state individuate specifiche categorie di intervento da considerare prioritarie. Tra queste rientrano gli interventi di riqualificazione edilizia finalizzati alla rimozione degli elementi contenenti amianto e alla conseguente ricostruzione delle parti interessate".