La magistratura indaga sul "modello Campania" di De Luca

Il pool Mani pulite di Napoli accende i riflettori sulle gare di appalto della Soresa

la magistratura indaga sul modello campania di de luca

Dal Covid Hospital di Ponticelli ai tamponi dell'Istituto Zooprofilattico, passando per l'accordo con le cliniche private. E poi decine di inchieste aperte da sette procure su ospedali e residenze per anziani

Il virus sanitario si sta trasformando in virus giudiziario con decine di inchieste ma anche tante speculazioni politiche. Non appena si è allentata la morsa del Covid 19 sulle terapie intensive si sono riaffacciate all'orizzonte del dibattito interno le questioni di sempre. L'emergenza, che sia legata ai rifiuti, alle alluvioni o alla pandemia, mostra sempre luci e ombre. Ma quando i dubbi, gli errori o le responsabilità arrivano in tribunale, allora prendono subito un colore diverso, acquistano peso specifico, soprattutto se in quell'orizzonte ci sono le elezioni regionali. Ora ci sono due inchieste della magistratura napoletana, entrambe mettono in discussione il famoso "modello Campania" per cui il governatore Vincenzo De Luca si è guadagnato in queste settimane il plauso e il consenso dei cittadini della regione che amministra da cinque anni. 

La prima riguarda il "pianeta tamponi" e l'altra entra nel monitoraggio di appalti e forniture attribuiti dalla Regione Campania durante il periodo acuto dell’emergenza coronavirus.

Su delega del pool Mani pulite dell’ufficio diretto dal procuratore Giovanni Melillo, i carabinieri hanno acquisito documentazione negli uffici della Soresa, la società regionale che si occupa delle gare. Fra i lavori al centro delle verifiche, quelli per la realizzazione dell’ospedale modulare edificato a Ponticelli, nel parcheggio dell’Ospedale del Mare, con 72 posti di terapia intensiva, e in costruzione anche a Salerno e Caserta. Un’iniziativa condotta in tempo record, con una gara da circa 18 milioni perfezionata in via di massima urgenza quando gli ospedali della regione erano pieni di pazienti e rischiavano il collasso. La piattaforma su cui si poggia la struttura prefabbricata è stata realizzata dalla Siram Spa,  impiantistica che già gestisce la manutenzione di Cardarelli e altri ospedali. 

Una strategia subito avversata dall’opposizione in consiglio regionale, in particolare dal gruppo Cinque Stelle guidato da Valeria Ciarambino che parla di spreco di risorse pubbliche alla luce del fatto che da quando è entrato in funzione l’ospedale modulare, il numero di contagiati è diminuito e non si è fatto ricorso alle strutture di terapia intensiva comprate e fatte sbarcare a Napoli un mese fa (ricordate gli applausi dai balconi per l'arrivo dei tir a Ponticelli?). 

Diverso il ragionamento della Regione: con l’incubo delle terapie intensive strapiene di malati e in vista di un possibile ritorno all’emergenza per il prossimo inverno bisognava fare una scelta e puntare a tutelare al massimo i cittadini garantendo la separazione dei plessi, destinando ai malati covid strutture dedicate che poi, a emergenza finita, potranno essere riutilizzate per altri servizi. 

I carabinieri sono andati negli uffici della Soresa, la grande società pubblica che gestisce le gare di appalto per la sanità in campania, per aquisire tutta la documentazione. L’obiettivo è capire cosa ha spinto la Regione Campania a rivolgersi a un ente veneto per acquistare quelle strutture montate in tempi record all’interno dell’Ospedale del Mare.

Parallelamente la Procura di Napoli ha acceso i riflettori anche sui tamponi, e in particolare sul contratto da quasi 750mila euro, tra l'istituto Zooprofilattico di Portici e il centro diagnostico privato Ames di Casalnuovo firmato a marzo. I magistrati indagano su presunte frodi in pubbliche forniture e turbative d'asta. La gara era stata espletata prima, e riguardava le indagini epidemiologiche nella Terra dei Fuochi (protocolli Spem e Spel). Eppure, stando a quanto ha rivelato Repubblica che ha denunciato il caso, il rapporto tra pubblico e privato sarebbe stato perfezionato nel pieno dell'emergenza Covid. Va detto però che quel contratto prevedeva che le «macchine, strumentazioni, impianti, attrezzature, siano messe a disposizione dall’appaltatore», tutto a titolo gratuito. Successivamente la Regione ha aperto un bando lampo di 12 ore per selezionare altri tre operatori con medesime caratteristiche, oltre alla Ames. Nel mirino dei pm anche le superconsulenze dell’Izsm, in particolare quella del direttore amministrativo, e di un consulente esterno. 

Anche in questo caso la decisione di affidare all'Istituto Zooprofilattico di Portici l'analisi di migliaia di tamponi quando c'era la necessità di aumentare il monitoraggio della diffusione del virus in Campania ha provocato molti mal di pancia e scatenato dure reazioni politiche, soprattutto nel centrodestra.Salvini  ha accusato De Luca di aver fatto pochi tamponi, ragion per cui ci sarebbero meno contagi nella nostra regione. 

A scalfire il "modello Campania" ci sarebbe infine una terza inchiesta, stavolta partita dalla Corte dei Conti. Riguarda l'accordo di fine marzo con le cliniche private. La crisi nelle terapie intensive e il rischio di non riuscire a curare tutti aveva spinto la Regione a stringere un patto con l'Aiop (le cliniche private) della durata di tre mesi.  L'accordo iniziale prevedeva 700 euro per ogni giornata di degenza in terapia sub intensiva e 1200 per la terapia intensiva. In ogni caso alle cliniche private andava rimborsato il 95% del budget mensile indipendentemente dalle prestazioni erogate, in deroga alla normativa attuale. Percentuale che in un secondo momento è stata abbassata al 70% del budget, a seguito del decreto del governo dell'8 aprile. Dalle informazioni raccolte, però, la percentuale di rimborso sarebbe risalita di nuovo al 95% lo scorso 20 aprile. Ad oggi  soltanto dieci pazienti sarebbero stati trattati dal privato.I magistrati contabili vogliono vederci chiaro e capire se l'esborso finanziario di 3,3 milioni di euro sia proporzionato alle esigenze della pandemia e se servisse a sostenere adeguatamente il comparto privato in un momento di difficoltà, a causa dello stop delle prestazioni. L'input sarebbe partito dalla segnalazione di una Asl campana che ha portato il vice procuratore Licia Centro e il sostituto Davide Vitale all’apertura di un fascicolo. Fascicolo che è stato inoltrato anche alla Guardia di finanza. 

Ma non è finita. Perchè alle inchieste che coinvolgono direttamente l'unità di crisi della Regione bisogna aggiungere quelle aperte sui vari territori provinciali. Sono sette le Procure della Campania a lavoro su presunti casi di cattiva gestione dell’emergenza sanitaria negli ospedali e nelle residenze per anziani: Napoli, Napoli Nord, Benevento, Avellino, Salerno, Nola e Torre Annunziata.

La Procura di Benevento retta da Aldo Policastro  ha aperto un fascicolo contro ignoti con l'obiettivo di definire «l'eventuale sussistenza di responsabilità nella gestione dell'emergenza da Covid- 19 in alcune strutture sanitarie, pubbliche e private» di Ariano Irpino e Benevento. Si indaga sul focolaio del Centro Minerva di Ariano Irpino: 11 i decessi. Sempre la Procura sannita ha in carico il fascicolo che riguarda il centro riabilitativo beneventano di Villa Margherita e quello dell’ospedale Frangipane di Ariano Irpino per il ricovero di una paziente positiva, portata in pronto soccorso dal marito medico saltando il pre-triage e successivamente di un altro paziente positivo giunto col 118 che pure ha saltato il pre-triage: 33 i medici messi subito, alla data del 6 marzo, in isolamento fiduciario. Ariano Irpino da quel giorno ha moltiplicato i contagi e il Comune è stato dichiarato zona rossa.

Invece un fascicolo conoscitivo è stato aperto nei giorni scorsi dalla Procura di Torre Annunziata sul nuovo covid hospital di Boscotrecase dopo la lettera dei medici che avevano denunciato carenza di macchinari farmaci e dispositivi di sicurezza. Per le Rsa, il Nas dei carabinieri ha tra le mani almeno dieci informative solo tra Napoli e provincia. Una riguarda la residenza napoletana per anziani del quartiere Fuorigrotta, Casa di Mela, dove più di 20 ospiti sono stati contagiati e tre sono morti. Si indaga anche su una struttura dei Colli Aminei, Padre Annibale di Francia, con 7 ospiti positivi. Sotto osservazione anche l’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, la casa di riposo Villa della Camelia ad Ercolano. E su Sant’Anastasia ancora la Procura di Torre Annunziata ha un fascicolo aperto per la casa di riposo con 32 ospiti (di 52) positivi e due hanno perso la vita.

Nel Salernitano il caso è quello della casa di riposo Juventus di Sala Consilina, con più di una quarantina di persone infette, tra pazienti e operatori sanitari, trasferiti poi in un nosocomio convenzionato della Piana del Sele, il Campolongo di Eboli. Infine più di venti medici contagiati si sono registrati all’ospedale di Nocera Inferiore; mentre alla Speranza di Battipaglia è risultato positivo un pediatra.

Decine di inchieste aperte, indagini che inevitabilmente subiranno rallentamenti a causa del coronavirus e che forse troveranno uno sbocco e una fine soltanto quando la pandemia sarà superata.