Ospedali Covid, indagati i fedelissimi di De Luca

Verdoliva, Cascone, Cuccurullo nel mirino della Procura di Napoli

ospedali covid indagati i fedelissimi di de luca

Ecco come è nata l'inchiesta sui giorni dell'emergenza quando si doveva combattere contro il virus per impedire l'ecatombe della Lombardia

Era il 16 marzo 2020, piena emergenza da coronavirus. Mentre in Lombardia si contavano già 5mila casi in Campania c'erano 72 pazienti ricoverati per covid, di cui 17 in terapia intensiva: si faceva la conta dei posti disponibili e l’Unita` di crisi regionale segnalava una possibile saturazione entro il mese di aprile. Si montavano tende davanti agli ospedali, mentre la gente era chiusa in casa con la paura. La strategia fu quella di convertire subito alcuni ospedali in Covid Center, in particolare quelle strutture già dotate di nuove unita` di rianimazione in grado di fronteggiare le gravi polmoniti letali scatenate dal virus. Cominciarono i lavori di ristrutturazione all'ospedale Loreto Mare, altri ospedali furono individuati per la trasformazione in Covid Center ma i cantieri avrebbero richiesto troppo tempo. Intanto le ambulanze facevano la fila davanti al Cotugno. Due settimane di vantaggio sulla catastrofe annunciata. I dati provenienti dal nord italia ci facevano intravedere una imminente ecatombe. Il 17 marzo dunque si decide di comprare tre ospedali modulari. Inizia la procedura di somma urgenza per l'acquisto dei moduli:  uno nel parcheggio dell’Ospedale del Mare, uno a Caserta e uno al Ruggi di Salerno. La procedura di evidenza pubblica e` a cura della Soresa, centrale di acquisto delle Asl.  Il bando Soresa richiama l’Ordinanza del capo della protezione civile n. 630 del 3 febbraio del 2020 e il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri del 27 febbraio con cui i soggetti attuatori possono procedere con procedure negoziali senza pubblicare i bandi per accelerare la scelta del contraente. Si tratto` di una seduta drammatica, dalla quale emerse che la disponibilita` di terapie intensive risultava «sempre piu` esigua e che la realizzazione di nuovi posti letto» era di fatto «subordinata a lavori di messa in sicurezza e di riqualificazione degli ambienti sanitari e di realizzazione di nuovi impianti». Dunque, l’esigenza di fare presto, ma anche l’incubo di non avere posti letto per ospitare i malati da coronavirus, di fronte «all’assoluta necessita` di procedere in maniera urgente ad allestire posti letto di terapia intensiva attraverso l’individuazione sul mercato di soggetti in grado di realizzare campo modulare per posti letto di terapia intensiva».

I costi preventivati sono di 10,3 milioni per i 120 posti di Napoli est e 2,6 per gli altri due da 24 posti a Caserta e Salerno (totale di 15,5 milioni). Il tempo per le offerte di sole 24 ore, la scadenza il 18 marzo alle ore 19.

La sera stessa vengono aperte le buste e il giorno dopo e` aggiudicata la procedura alla Manufacturing Engineering e Development azienda a socio unico di Masera` di Padova esperta in progettazione e installazione di sale operatorie e reparti specialistici chiavi in mano, partner consolidati di Fincantieri per le forniture di reparti adaltatecnologia. Ma ovviamente ci sono altri sei proponenti, che avevano inviato le offerte ra le 18 e le 18,50 del termine di scadenzatutti esclusi: Hospital Service, Brancaccio costruzioni Spa, Planet Stand creation Srl, Consorzio Integra societa` cooperativa, Bemalka e Cytec srl.  

Il primo aprile 2020 il picco epidemico in Campania.  478 malati in ospedale e 129 in rianimazione. Il 6 aprile di notte, tra gli applausi della gente ai balconi dei rioni popolari di Napoli est, arrivano da Padova, 57 camion con a bordo i moduli da campo da installare all’Ospedale del Mare. Il video fa il giro del mondo. In pochi giorni 85 operai specializzati alzano la struttura prefabbricata nel parcheggio dell'Ospedale del Mare. Il 20 aprile l’ospedale di Ponticelli comincera` a funzionare mentre la curva dei contagi comincerà per fortuna a scendere. I 120 posti dei Covid Center sono destinati ad essere convertiti. 

Oggi, a distanza di meno di tre mesi, la Procura di Napoli indaga per turbativa della libertà degli incanti per la realizzazione dei tre ospedali in prefabbricati Covid in Campania. Sono due per ora gli iscritti nel registro degli indagati e per loro tra venerdì e sabato fino a tarda sera sono scattate perquisizioni. Si tratta di Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1,al quale hanno sequestrato il telefono cellulare, e Luca Cascone, consigliere regionale molto vicino al presidente della giunta campana, Vincenzo De Luca, dal quale hanno acquisito documenti. Nel mirino del pm Mariella Di Mauro e dell’aggiunto Giuseppe Lucantonio il maxi-appalto da18 milioni di euro per la costruzione degli ospedali modulari e la forniture di dispositivi di sicurezza e macchinari sanitari. Due giorni fa i carabinieri dei Ros sono stati anche negli uffici della Soresa, la società regionale impegnata per il settore della sanità, dove hanno cercato documenti ed email soprattutto per la gara di appalto per la costruzione dei moduli di Terapia Intensiva dell’Ospedale del mare, quelli che poi in corso d’opera sarebbero stati convertiti, modificando i requisiti iniziali della gara d’appalto, in reparti di degenza. Indagato anche Corrado Cuccurullo, presidente della Soresa. 

E` la determina numero 63 del 19 marzo scorso il punto di partenza dell’inchiesta sugli ospedali covid. Si tratta di un accordo per la fornitura di ospedali modulari per la terapia intensiva da destinare all’ospedale del Mare, al San Sebastiano di Caserta e al Ruggi di Aragona di Salerno. Tecnicamente si tratta di una procedura negoziata, che nasce dall’allarme firmato dall’unita` di crisi, recepito formalmente da Soresa il 16 marzo. Tre giorni dopo l’appalto viene aggiudicato alla Med di Padova, una delle sette aziende che si fanno avanti rispetto alla manifestazione di interesse lanciata dalla Soresa. Il contratto prevedeva che si sarebbe aggiudicato la fornitura, chi sarebbe riuscito a produrre strutture modulari, con anche i ventilatori per le terapie intensive, in breve tempo e a basso costo.  Alcune ditte concorrenti avevano segnalato la difficoltà di produrre i ventilatori nel tempo richiesto. La pandemia interessava il mondo intero, come è noto le strutture salvavita scarseggiavano ovunque. I ventilatori dovevano arrivare in diciotto giorni a partire dalla firma del contratto ma sembra che non siano mai arrivati entro quella data e su questo indagano i carabinieri del nucleo investigativo.  Verifiche anche sul carteggio intercorso tra la Soresa e le altre ditte concorrenti. Per quanto riguarda i ventilatori, la Procura di Napoli ipotizza l’accusa di frode in pubbliche forniture, nel tentativo di capire se c’e` stata un’inadempienza da parte della ditta di Padova e se la Soresa abbia messo in campo tutti gli strumenti utili per sanzionare la ditta di Padova, a tutela delle casse regionali. 

Tutto sarebbe partito dalle denunce dell'ex parlamentere Marcello Taglialatela (Fratelli d'Italia) e dalle presunte testimonianze raccolte dai giornalisti di Fanpage. 

Altra storia quella di Cascone. La Procura è a caccia delle mail che attesterebbero il ruolo del consigliere regionale come «mediatore» tra ditte fornitrici e la Soresa, secondo quanto denunciato in questi mesi dallo stesso Taglialatela. Avrebbe svolto il ruolo di facilitatore nell’acquisto di guanti, mascherine e apparecchi sanitari. Difeso dall’avvocato Cecchino Cacciatore, Cascone ha sempre rivendicato la correttezza della propria azione, ricordando il clima di emergenza in cui si trovo` ad operare come "volontario" nell’unita` di crisi. Eppure, stando alle mail inviate da un anonimo a Taglialatela, spiccano diciture e riferimenti che lasciano intendere un ruolo operativo da parte di Cascone nel rapporto con i vari fornitori. Quanto basta ad imprimere un’accelerata, con il sequestro di computer e cellulari, in attesa di ascoltare la versione dei soggetti coinvolti.