Che succede se guardi serie tv tutti i giorni, tutto il giorno

L'esperienza estrema di Stefania, 18 anni. Ha trascorso 2 mesi e 24 giorni incollata alla schermo.

Tra ansia, lacrime, morti e spaesamento temporale. Quello che comporta la vostra dipendenza preferita... Nove problemi che non puoi ignorare.

Stefania, 18 anni, è dipendente da serie tv. Per due mesi, 24 giorni e dodici ore le ha guardate quasi ininterrottamente. «Sarà capitato anche a te – spiega -, almeno una volta, di incaponirti per una serie tv. Non negarlo. The walking dad? Breeaking bad? The big bang theory? Teen wolf? Young Pope? Orange is the new black? Once upon a time? Grey’s Anatomy? Stranger Things? O, ahimè, Pretty Little Liars?».

Sì, certo, sarà capitato. Ma vediamo cosa ha generato la sua esperienza estrema. E quali sono gli inevitabili problemi ai quali va incontro un “dipendente seriale di serie tv”. Anche perché sono i problemi che differenziano noi "dipendenti" dal resto del mondo.

Ansia. L’ansia per un dipendente da serie tv è uno stile di vita. Avere l’ansia per un finale di stagione, avere l’ansia per la puntata che uscirà la settimana successiva, avere l’ansia di non riuscire a recuperare tutte le stagioni per mancanza di tempo. Insomma una tortura cinese.

Spoiler. Se non conosci questa parola, non fai parte di noi. In ogni caso ricorda: stai lontano dagli spoiler e dalle persone che spoilerano! E’ un vero peccato rovinarsi una serie soltanto perché qualcuno l’ha vista prima di te e ha la geniale idea di rivelarti tutta la stagione, persone che muoiono, coppie che si formano, coppie che scoppiano.

Ancora peggiore è la situazione però, quando per un accidentale errore vai a finire su una pagina Facebook o su un sito che magari ti rivela chi muore nella quarta stagione di Orange is the new black, chi è “A” in Pretty little liars, o chi è il terrorista in Quantico. Poi ci sono casi come Grey’s Anatomy che non fanno testo, persino io, che non lo seguo, so che muore un personaggio che inizia con la “D” e finisce con la “K”. Un dramma.

Morti. In quasi tutte le serie tv, i personaggi muoiono. Ma non è che muore il personaggio che ti stava antipatico o che ti era indifferente, no, i registi devono farti soffrire, e non poco. Loro fanno sempre morire uno dei tuoi personaggi preferiti, un personaggio a cui ti sei affezionato particolarmente, perché si, si divertono a vederti piangere. E non importa se era il personaggio principale, assolutamente no, l’obbiettivo comune delle produzioni americane è farti lacrimare, abbondantemente. Il “mai una gioia” in questo caso è uno stile di vita.

Ship. Per chi non lo conoscesse, “shippare” significa tifare per una coppia telefilmica. Tutti abbiamo le nostre coppie preferite nei telefilm. E anche qui i produttori si divertono a farci soffrire. Perché no, non possono farci esultare per più di una stagione, ci deve per forza essere un intoppo o un qualcosa che faccia lasciare la nostra coppia preferita. Se ti basta però, il piccolo lasso di tempo in cui la nostra coppia vive felice e serena, allora vivrai i momenti più belli della tua vita riguardanti le serie.

Finali di stagione. Che cosa succederà stavolta? Riuscirà a salvarsi? Morirà? Chi è l’assassino? Sono tutte domande che ti passano per la testa prima di un finale di stagione. La parola d’ordine, anche in questo caso, è ansia. Che stress questa vita.

Lacrime. Quando guardi una serie tv, inevitabilmente si piange, a meno che tu non stia guardando The bing bang theory, piangerai. Le lacrime non mancano mai. Sei triste per un fatto accaduto? Piangi. Sei estremamente felice? Piangi. Sei emozionato? Piangi ovviamente. Insomma, iniziare una serie tv implica il fatto che, in un modo o nell’altro, piangerai.

Perdere la cognizione del tempo. Confondere il giorno per la notte è un fatto quotidiano per il dipendente da serie tv. Soprattutto d’estate. Durante il giorno si esce, si fanno tutte quelle cose noiose che fanno i comuni mortali. Di notte, invece, inizia il vero divertimento. Capita che guardando fuori la finestra tu veda la luna come è giusto che sia di notte, poi, incredibilmente, la luce del sole riflette sullo schermo e ti accorgi che un nuovo giorno è iniziato.

Confondere la realtà con le serie tv. Dopo le tante ore passate a guardare la stessa serie, è cosa buona e giusta prendere una boccata d’aria. La tua mente però è rimasta nel telefilm. Qui sorge il problema. Rimani in allerta per ogni tipo di rumore sospetto, pensi che ti stiano seguendo, controlli le ombre, cerchi di capire se qualcuno sta per porre fine alla tua vita. Un vero trauma.

Vasta scelta di lavori per il mio futuro. Potrei diventare un’agente del Fbi come Alex Parrish, un narcotrafficante come Pablo Escobar, creerò metanfetamine come Walter White, diventerò un chirurgo come Derek Shepard o mollerò tutto e diventerò un ubriacone come Frank Gallagher? Ormai le serie tv sono diventate parte integrante del quotidiano e influiscono, come avete visto, in modo determinante sulla vita di una persona. Dunque, se credevate che l’esistenza di un comune individuo fosse difficile, non avevate mai fatto i conti con un dipendente da serie tv.

Erika Mazza

(studentessa del Vivaio di Ottopagine, il corso di giornalismo multimediale organizzato nell'ambito dell'iniziativa scuola/lavoro)