Pablo Neruda al senato cileno: Io accuso

Il discorso del poeta al senato contro il dittatore Gabriel González Videla

pablo neruda al senato cileno io accuso

Il 12 luglio del 1904 nacque Pablo Neurda, un uomo che riscrisse e riconfigurò con la sua vita, con i suoi gesti, con le sue parole e con le sue scelte, l’immagine ed il ruolo del poeta.

Pablo Neruda rappresenta, ancora oggi, un grido di libertà, di sovversione e di rivolta che, dopo 116 anni, ancora nessuno è riuscito a placare. 

Ricordare il poeta oggi, con il discorso che tenne da senatore il 13 gennaio del 1948 e che passò alla storia come il "Yo acuso” contro il dittatore cileno Gabriel González Videla, significa ridare voce e potenza alle parole e al pensiero di un uomo che ha rappresentato il suo secolo.

Non potrei lasciare passare senza dare risposta e rendere omaggio alle elevate espressioni ascoltate in questa Corporazione al più eminente dei senatori che qui si sentono.
    Si sarà stupito l'Onorevole Senato che non mi sia preoccupato dell'incidente di quella mattina in che non potei far uso della parola. In realtà, mi sembrò infimo di fianco alla gigantesca statura del presidente del Senato, elevare, col suo gesto, questa Onorevole Corporazione all'altezza dei più nobili e più sostenuti Parlamenti del mondo, in difesa della dignità e della libertà di opinione.
    Sono un perseguitato, onorevole senatore Alessandri, e mi si perseguita giustamente. Una tirannia che comincia deve perseguitare quelli che difendono la libertà. Molte storie si lanceranno allo spazio, molte parole si negheranno, molte cartelloni immensi e neri farà la polizia contro la voce di un patriota che ha osato rivelare procedimenti disgraziati, contrari alla nostra cittadinanza ed alla nostra tradizione democratica. Ma non rimarrà dopo, nell'andare e venire dalla storia, quello che ci rivelava l'onorevole senatore Don Arturo Alessandri, quello che hanno fatto i partiti, non le insidie, persecuzioni né tirannie, che in loro stesse si vanno deperendo.
    Come l'onorevole senatore Alessandri ci rivelò, con nobili parole, il posto ed il lavoro di alcuni partiti nello sviluppo del Cile, posto che possiamo criticare, ma in nessun modo negare, io reclamo anche il posto del Partito Comunista tra quelli che hanno fatto storia, per il fatto di combattere valorosamente, coraggiosamente, nazionalmente, per idee che sono patrimonio del paese del Cile e che non sono state raccolte da sette internazionali, bensì dalla sorgente sacra delle idee universali della nostra epoca. Così, anche, altre idee si tirarono fuori da altre correnti grandi e generose, come quelle della Francia della libertà.
    Niente può la persecuzione, perché in questi momenti il Partito Comunista sta facendo storia. Saremo isolati apparentemente, ma da tutte parti, come fili invisibili, vengono la fraternità e la solidarietà dal paese e degli uomini liberi. Non potranno essere zittite, né con la censura né con la prepotenza, le verità che ho alzato alla categoria di monumenti affinché siano viste da tutti i cittadini.
    Neanche le mani criminali della censura ordinata dal governo che cancellarono la nostra Canzone Nazionale, con viltà incredibile, delle pagine di un giornale affinché non si leggesse il nostro Inno Patrio, potranno distruggere la libertà difesa dal mio partito né potranno neanche cancellare l'atteggiamento dell'onorevole senatore Don Arturo Alessandri.
    Reclamo per il Partito Comunista, in questo momento critico, la prima carta tra i difensori del nostro paese e quello di mettere in guardia il paese che comincia una tirannia che domani cadrà sul Parlamento e soprattutto sul Cile.
    Per salvaguardare queste libertà del Cile ho alzato la mia voce, quella che non sarà zittita né dalla calunnia né dalla persecuzione.