Villa comunale di Nola, la Procura: «Alberi da abbattere»

Per salvare il Montezuma, anch'esso malato, un terzo dello spazio sarà interdetto ai cittadini

Ventiquattro alberi della villa comunale sono da abbattere: la relazione dei consulenti tecnici nominati dalla Procura della Repubblica di Nola conferma totalmente il contenuto delle perizie effettuate dagli esperti chiamati dal Comune di Nola per valutare lo stato di salute degli elementi arborei presenti nel parco cittadino. Il documento richiesto dai magistrati contraddice anche la posizione della Sovrintendenza che il 2 luglio scorso, pur autorizzando gli interventi di messa in sicurezza disposti dall'Amministrazione Comunale a tutela dell'incolumità dei cittadini, prescriveva di valutare "più attentamente e in maniera più approfondita" gli interventi riguardanti i 7 alberi che circondano il Cipresso di Montezuma. Per gli agronomi della Procura, infatti, le specie in questione devono essere necessariamente abbattute perché ritenute, come le altre indicate nella specifica tabella, a rischio di cedimento molto elevato.

Identico a quello già espresso dagli agronomi incaricati dal Comune, oltre che dal dipartimento di Agraria dell'Università di Napoli, il parere rilasciato sul Montezuma giudicato irrimediabilmente malato. Anche in questo caso il rischio crollo é considerato "molto elevato". Secondo i consulenti della Procura della Repubblica di Nola, cui si rivolse chi si opponeva alla necessità di procedere alla messa in sicurezza della villa comunale, lo schianto potrebbe essere provocato sia da sollecitazioni meccaniche (es. raffiche di vento) che  dal collasso della pianta per effetto del suo stesso peso. Da qui la prescrizione: per conciliare le esigenze di pubblica incolumità con quelle di conservazione dell'albero monumentale, dovranno essere attuate le appropriate misure ed interventi tecnici funzionali alla messa in sicurezza della pianta ed alla riduzione delle condizioni di rischio.

Intorno al Cipresso di Montezuma dovrà infatti essere istituita una zona di rispetto inibita alla pubblica fruizione che dovrà avere raggio almeno pari all'altezza dell'esemplare che é di 22 metri circa. In pratica almeno 1520 metri quadrati non potranno essere frequentati dai cittadini. In più dovrà essere previsto un sistema di consolidamento oltre che attività di manutenzione arboricolturale.

«Diciotto mesi per arrivare alle stesse conclusioni cui eravamo già giunti attraverso le relazioni e le perizie dei nostri consulenti. I cittadini di Nola adesso sanno chi dover ringraziare. Certa opposizione pretendeva  - sottolinea il sindaco Geremia Biancardi - di far frequentare a bimbi e nonni uno spazio verde non sicuro che avrebbe messo a repentaglio la loro preziosa salute. La Procura di Nola ha messo la parola fine ad una vicenda paradossale dove a farne le spese é stata soltanto la città. Adesso ci attiveremo celermente per fare in modo che quanto prima i cancelli della villa, mai posta sotto sequestro, potranno tornare ad essere riaperti». 

 

Redazione Na