"Decidono i cittadini, gli elettori se una persona deve proseguire un'esperienza politica o no. Non decidono i cacicchi di Roma. Gli unici cacicchi veri sono quelli di Roma". Vincenzo De Luca ha archiviato la pausa estiva ed è tornato nella consueta diretta social del venerdì.
Inevitabile iniziare la diretta parlando delle regionali, dopo le voci di accordo nel campo largo su Roberto Fico candidato presidente: "Io non mi permetterei mai di dire ad altri esponenti politici 'tu non ti devi candidare sennò mi fai ombra'. E' particolarmente ridicola la posizione assunta nei confronti di Nichi Vendola, dirigente di un altro partito e non del Pd, tra l'altro iniziatore di una svolta amministrativa nella Regione Puglia, che decide di fare un'esperienza e di candidarsi", il passaggio rispetto a quanto sta accadendo per le elezioni in Puglia.
"Siamo in Italia, il mondo dell'informazione non è attento a valutare la qualità dei candidati, l'esperienza, la competenza, i programmi. È tutto gossip. È tutto cabaret politico", ha rincarato la dose De Luca.
"Si sta sviluppando sugli organi d'informazione un dibattito il più delle volte sgangherato e inconcludente sulle elezioni regionali che si terranno il prossimo autunno. Prima si definisce il programma, poi si approvano le candidature. A me pare questa l'unica cosa corretta e civile da fare. Per quel che mi riguarda sono impegnato a fare in modo che il programma, al di là dei candidati, sia rispondente agli interessi fondamentali della Campania".
De Luca ha poi ribadito che non rinuncerà mai a dire ciò che pensa a proposito delle vicende politiche e istituzionali.
Non è mancato un duro affondo sul teatro San Carlo: "Dirò qualcosa tra pochi giorni sul San Carlo anche per fare un'operazione verità sulle tante stupidaggini che sono state dette. Per ora siamo impegnati a tutelare la dignità e l'onore di Napoli e del San Carlo, per evitare che ci si copra di ridicolo. Sono vicende sconcertanti".
Poi ha rincarato la dose: "Riccardo Realfonzo, rappresentante della Regione nel consiglio del teatro, ha rilevato quello che a suo giudizio, ma anche a mio giudizio, era un falso in bilancio, per il quale credo che abbiamo fatto anche un esposto all'autorità giudiziaria e alla Corte dei conti, per chiamare a rispondere anche i revisori dei conti. Quando in un bilancio di previsione si riporta come voce attiva un finanziamento inesistente, dalle mie parti questo si chiama falso in bilancio. Ma ne parleremo diffusamente nei prossimi giorni: per il momento vediamo di chiudere con dignità la vicenda della nomina del soprintendente per tutela della nostra immagine e dei tanti che lavorano appassionatamente in uno dei teatri più importanti del mondo".
