L’onda lunga delle dimissioni di Iossa. La decisione di Felice Iossa di abbandonare la direzione nazionale del Psi e il suo incarico per il Mezzogiorno ha avuto l’effetto di aprire una frattura evidente nel partito campano. Il suo gesto, interpretato come segnale di insofferenza verso le dinamiche interne e le scelte compiute a livello regionale, ha di fatto innescato una catena di dimissioni che ora mette a rischio la tenuta del Psi sul territorio.
L’addio di Pasquale Sannino
La scelta di Pasquale Sannino, consigliere comunale a Napoli, ha amplificato la crisi. In una lettera indirizzata al segretario nazionale Enzo Maraio, ha spiegato di non poter condividere la decisione di candidare nelle liste “Avanti Campania-PSI” figure provenienti da altri percorsi politici, prive di radici nella storia socialista. Una linea che, a suo dire, ha generato “forte disorientamento e un senso di sfiducia”. Per Sannino la deriva intrapresa è la conferma di una strategia in contrasto con i valori del partito, motivo che lo ha costretto a un passo doloroso ma inevitabile.
La denuncia di Monica Mauro
Non meno significative sono state le parole di Monica Mauro, avvocata e candidata alle prossime regionali, che ha annunciato la propria uscita denunciando “tattiche, trasformismi, personalismi e veti”. Ha parlato di un ambiente distante dalla passione civile che l’aveva spinta a impegnarsi, accusando la politica di essersi ridotta a meri accordi di sopravvivenza, privi di visione e di progettualità. Un giudizio severo, che descrive un clima di sfiducia e di lacerazione, lontano dall’idea di rinnovamento che l’aveva convinta ad accettare la sfida.
L’ombra della candidatura di Valeria Ciarambino
A far esplodere i malumori interni è stata soprattutto la quasi certa candidatura di Valeria Ciarambino con il Psi. Già vicepresidente del Consiglio Regionale e in passato esponente del Movimento 5 Stelle, la Ciarambino è stata a lungo critica del governatore Vincenzo De Luca, salvo poi diventarne sostenitrice. La prospettiva del suo ingresso nel Psi, letta come un’operazione di opportunità politica, ha provocato perplessità e diffidenza, contribuendo a minare la coesione interna. Non sono mancati richiami al passato recente, come l’appoggio alle comunali di Pomigliano d’Arco al socialista Raffaele Russo, poi seguito da un attacco pubblico alla sua amministrazione.
Un partito in cerca di identità
Il Psi campano si trova ora stretto in una contraddizione: aprirsi a figure esterne per ampliare consenso o difendere la propria identità socialista. Le dimissioni di Iossa, Sannino e Mauro dimostrano quanto questa linea divisiva abbia incrinato la fiducia di dirigenti e militanti. In un contesto elettorale segnato da forte competizione, la lacerazione rischia di compromettere non solo l’immagine del partito, ma anche la sua capacità di presentarsi come soggetto credibile agli occhi dell’elettorato progressista.
