Nucleare, al via lo smantellamento del "nocciolo" del reattore di Garigliano

Affidati i lavori. Intanto il Governo conferma il piano di decommissioning

nucleare al via lo smantellamento del nocciolo del reattore di garigliano

La centrale del Garigliano è tra le prime quattro in Italia. Il piano industriale 20-25 prevede anche soluzioni sostenibili di gestione dei rifiuti radioattivi

Sessa Aurunca.  

 

Decommissioning nucleare, proseguono i lavori nella centrale del garigliano, in provincia di Caserta. E' stata lanciata infatti la gara per l’affidamento dei lavori di smantellamento del “nocciolo” del reattore della centrale del Garigliano, ossia di tutti i componenti metallici attivati, denominati internals, presenti nel vessel che è la struttura nella quale durante l’esercizio avveniva la reazione nucleare.

La centrale nucleare del Garigliano era una centrale nucleare di prima generazione, situata nel Comune di Sessa Aurunca, con un unico reattore da 160 MW di potenza elettrica netta, a uranio leggermente arricchito, moderato ad acqua leggera e raffreddato secondo lo schema BWR 1. La centrale campana è stata la seconda delle quattro centrali nucleari italiane, dopo quella di Trino, ad ottenere il 28 settembre 2012 il decreto di disattivazione, approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Dopo il fermo sono stati drenati tutti i circuiti idraulici del reattore e, successivamente all'allontanamento degli elementi di combustibile della centrale, è stata svuotata la piscina all'interno della quale erano custoditi. Nel 2007 sono terminate le attività di rimozione dell'amianto dall'edificio turbina, nel 2010 è terminata la bonifica dell'edificio reattore e nel novembre 2017 lo smantellamento del camino della centrale del Garigliano. 

Le attività di smantellamento non riguardano gli edifici reattore e turbina, perché furono progettati dall'ingegnere Riccardo Morandi (lo stesso autore del Ponte di Genova) dichiarati patrimonio architettonico italiano, come stabilito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Ora si avvia la fase più importante, quella appunto del "nocciolo" del reattore. 

La risposta del Governo, durante il question time di ieri alla Camera dei Deputati, testimonia l’impegno di Sogin nell’accelerazione delle attività che consentirà entro quest’anno di superare la soglia del 45% nelle attività di decommissioning nucleare. Il riferimento fatto ieri dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, al Piano industriale 2020-2025 varato dall’attuale Governance aziendale, consente di ricordare, e confermare, l’obiettivo di realizzare nell’arco di piano un volume di attività per oltre 900 milioni di euro. Il picco è nel biennio 2022–2023 con l’avvio degli smantellamenti dei reattori delle centrali di Garigliano e Trino, che rappresentano i lavori più complessi dal punto di vista ingegneristico e operativo nella dismissione di un impianto nucleare.

Gli obiettivi strategici del Piano industriale 2020-2025 investono anche un cambio di modello organizzativo che consente il netto miglioramento delle performance nel core business e favorisce la generazione di valore per il sistema Paese, anche grazie a soluzioni innovative e sostenibili di gestione dei rifiuti radioattivi improntati ai principi dell’economia circolare. Ricordiamo che oltre il 90% dei materiali oggetto del decommissioning sono stati e saranno destinati a essere recuperati.