Abiti usati per poveri venivano rivenduti, operazione Finanza

Le fiamme gialle di Gorizia hanno scoperto un traffico di rifiuti dal Friuli a Caserta

Per mesi, a partire dal dicembre 2014 e senza alcuna autorizzazione da parte dei comuni interessati, hanno affisso in numerosi centri abitati delle province di Gorizia, Udine e Trieste, volantini intestati “AIUTO ITALIA” e “PARTITO DEI POVERI”, che esortavano gli ignari cittadini a donare capi d’abbigliamento e accessori in buono stato per finalità umanitarie e prestare aiuto ed assistenza agli “italiani in difficoltà”. Dopodiché, a bordo di un furgone, impiegando a turno e in cambio di una misera ricompensa sedici persone di nazionalità pakistana e afghana, tutti richiedenti asilo politico e domiciliati a Trieste, ritiravano i sacchi di indumenti lasciati fuori dalle abitazioni, procedendo subito dopo a trasferirlo presso un deposito, nascosto e ben sorvegliato, a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine. Da qui gli abiti usati, ricorrendo a falsi documenti di viaggio ed alla compiacenza di un’impresa di trasporto con sede a Napoli, venivano periodicamente trasferiti presso una società della provincia di Caserta che provvedeva a selezionarli, dividerli per tipologia e rivenderli all’estero in numerosi Paesi sia comunitari (Bulgaria, Grecia) che extracomunitari (Albania, l’Egitto, la Giordania, la Tunisia, la Guinea, il Pakistan, il Sudafrica), lucrando sulle donazioni di chi si era privato dei propri indumenti nella convinzione che potessero offrire un aiuto concreto ai bisognosi. Un vero e proprio traffico di abiti usati, considerati rifiuti speciali non pericolosi ed inseriti all’interno della “categoria 20” del Catalogo Europeo dei Rifiuti (C.E.R.), riferita ai “rifiuti urbani (rifiuti domestici e assimilabili prodotti da attività commerciali e industriali, nonché dalle istituzioni) inclusi i rifiuti della raccolta differenziata”, è stato scoperto dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Gorizia che avevano avviato le indagini insospettiti dai contenuti dei volantini e dall’assiduità con cui venivano effettuate le raccolte nella provincia goriziana. Le fiamme gialle isontine, infatti, coordinate dal sostituto procuratore Federico Frezza, presso la Direzione Distrettuale Antimafia del Tribunale di Trieste, competente in materia di reati ambientali, per oltre un anno, attraverso appostamenti, pedinamenti, videoriprese e ricorrendo a strumenti di localizzazione satellitare, hanno monitorato tutte le fasi delle capillari operazioni di raccolta dei capi d’abbigliamento seguendo prima lo stoccaggio nel deposito di San Giorgio di Nogaro ed in seguito il trasferimento in Campania.