Mentre in molte zone d’Italia si parla di transizione ecologica e sostenibilità, a Teano c’è ancora chi apre il rubinetto e non trova neanche una goccia d’acqua.
A Fontanelle, Cappelle e San Giuliano, la crisi idrica non è più un’emergenza ma una condizione cronica. Anche quest’anno, già a maggio, la popolazione è alle prese con i soliti disagi. E l’estate non è nemmeno iniziata.
Il fulcro del problema è sempre lo stesso: il pozzo di Fontanelle, che dovrebbe servire tre frazioni, non regge più il carico. Paradossalmente, quando le frazioni contavano molti più abitanti, l’acqua bastava per tutti. Oggi, con meno della metà delle utenze, la risorsa non è più sufficiente. Com’è possibile?
Le ipotesi sono diverse ma convergono su una realtà inconfutabile: la rete idrica fa acqua da tutte le parti.
Le perdite sono ovunque, l’infrastruttura è vecchia, e si parla anche di allacci irregolari che sottraggono illegalmente parte della fornitura.
A tutto questo si aggiunge un elemento inaccettabile: l’assenza di interventi risolutivi da parte delle istituzioni. Da anni, le varie amministrazioni comunali si sono limitate a promesse e palliativi, senza mai affrontare davvero il nodo del problema. I cittadini sono stanchi, delusi, arrabbiati.
"Nel 2025 non è pensabile restare senz’acqua per settimane - dicono - eppure, ogni estate, siamo punto e a capo. Ci sentiamo abbandonati".
Le frazioni di Teano lanciano l’ennesimo appello: serve un piano straordinario, servono fondi, competenza e volontà politica.
L’acqua è un bene essenziale, e non può essere negata a nessuno. Continuare a ignorare il problema significa voltare le spalle a intere comunità.
