Frati francescani in esilio anche nel casertano: appello a Papa Francesco

L'amarezza del sindaco di Orta di Atella Vincenzo Gaudino

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L'appello disperato

Orta di Atella.  

Non solo Montecalvo Irpino, Lioni, San Giorgio del Sannio, il problema legato all'esilio dei frati costretti a lasciare i vari conventi in Campania, su ordini che arrivano dall'alto, sembra essere generale. Proteste si susseguono ovunque mentre dall'ordine superiore non si intende assolutamente trovare al momento una mediazione. Ci hanno provato le varie comunità in lotta, scese in strada, ma senza esito alcuno. Dal casertano, il sindaco di Orta di Atella, comune anche questo coinvolto nella fuga dei frati francescani ha scritto una lettera a Papa Francesco, 

"Sua Santità, Papa Francesco, il sottoscritto avvocato Vincenzo Gaudino, nella qualità di Sindaco del Comune di Orta di Atella (Ce) e nell’interesse dei suoi cittadini, Le rivolge quest’appello, nella più viva speranza che esso sia accolto, dopo avere appreso la notizia dell’imminente ritiro dei Frati dell’Ordine Francescano Secolare dal Santuario di San Salvatore da Horta e dall’annesso Convento di San Donato (deciso dalla Curia Provinciale), in cui gli stessi Francescani, da decenni, operano, spiritualmente e socialmente, nella nostra comunità, con una incisiva opera di evangelizzazione, oltre che di impegno civile.
Il comune di Orta di Atella, di cui sono il Primo Cittadino dal 12 novembre 2021, è un paese di circa 30 mila abitanti, situato nell’agro aversano della provincia di Caserta in Campania, appartenente alla Diocesi di Aversa. E’ forte il sentimento di devozione e di attaccamento dei cittadini, che rappresento, che, alla notizia di un allontanamento dei frati francescani, sono caduti in profondo stato di agitazione. Il popolo crede, da sempre, alla presenza del Frate-Santo, che ha scelto Orta di Atella, per diffondere il culto e il credo Francescano e, in virtù di tale fede, frequenta assiduamente il Santuario, retto dai Frati Minori, pur senza le funzioni parrocchiali.

Per meglio comprendere il legame tra la città di Orta di Atella ed il Santuario, è necessario capire cosa lega, così fortemente, il popolo ortese al Santuario.

Si tramanda di una nobildonna napoletana, veramente esistita, la Principessa Belmonte, tale Paolina Pignatelli Aymerique Pinelli, che era gravemente malata presso l’Ospedale Incurabili di Napoli, alla quale apparve un fraticello (San Salvatore da Horta), che la invitò ad alzarsi dal letto e a seguirlo, promettendole una miracolosa guarigione. Insieme camminarono per diverse ore, finché giunsero dinanzi ad un tabernacolo in aperta campagna (Antica Atella), sul cui muro v’era l’antico dipinto di una effige della Madonna in trono, venerata dagli Angeli (Madonna degli Angeli). In segno di gratitudine nei confronti della Vergine Maria e del Beato Salvatore, la principessa Belmonte, per la miracolosa guarigione, fece edificare, nello stesso punto, una Chiesa, l’attuale Santuario di San Salvatore, con annesso convento.
L’Ordine Francescano Secolare si stabilì ad Orta di Atella nel lontano 1890, con Padre Francesco di Bernardo e il “San Salvatore” splende in mezzo all’altare del Santuario e sembra che vegli, da sempre, su tutto il popolo di Orta di Atella che, con immensa devozione e amore, Lo prega. Per ciò stesso, il nostro Paese, il nostro Santuario è scelto come meta per i pellegrinaggi dei fedeli provenienti da tanti altri paesi limitrofi e della Campania.

Il Convento dei Frati minori e la “Famiglia del Santuario” sotto la guida del Rettore Fra’ Pasquale Mauro, oggi, ancor più, in questo delicato momento storico di carenze di vocazioni e di fede cristiana cattolica, rappresentano un segno tangibile e indispensabile per la Comunità di Orta di Atella che, con il Taumaturgo San Salvatore, hanno reso il popolo più misericordioso e prossimo ai bisogni altrui. Grazie alla presenza dell’Ordine Francescano Secolare di Orta di Atella, si diffonde la parola di San Francesco, attraverso la presenza della Gioventù Francescana (GiFra); attraverso l’Araldinato, che è l'iniziazione alla esperienza francescana adattata ai fanciulli e ai preadolescenti; attraverso le adozioni a distanza e la formazione spirituale dei terziari.

I 30 mila cittadini di Orta di Atella non possono farne a meno. Non ne capiscono, e non ne capirebbero, mai le ragioni. Ecco perché, è già in corso una mobilitazione generale cittadina, che ha portato in poche ore a un’adesione, sottoscritta dai tanti fedeli.

Per questo, non posso, assolutamente, restare inerte di fronte a tale notizia, considerato che l’allontanamento dei Frati Francescani determinerà irrimediabilmente un totale smarrimento e disperazione della popolazione. Il Santuario di San Salvatore ed il Convento Francescano, pur non svolgendo funzioni di Parrocchia, vanno, comunque, preservati come patrimonio religioso, storico, sociale e culturale del popolo ortese.

Essendo evidenti e di pubblico dominio le testimonianze di affezione ai Frati Minori, mi ritengo, come detto, in dovere di difendere il Convento Francescano, nel momento più difficile della sua storia.
Resto, pertanto, fiducioso, Sua Santità, nella Sua sensibilità e della Sua empatia, confidando profondamente nella Sua comprensione e in una Sua intercessione, affinché possa evolvere in positivo questa difficile ed annosa vicenda, coincidente, comunque, innegabilmente, con il mancato riconoscimento al Convento delle funzioni di Parrocchia.

Vicenda che mi sta particolarmente a cuore, anche come Primo Cittadino di Orta di Atella e devoto di San Salvatore da Horta. Si tratterebbe, infatti, di una perdita storica e di un sacrificio che peserebbe in maniera dolorosa sulla popolazione, che perderebbe tale riferimento materiale e spirituale. Ho l’onore di professarmi, con profondo rispetto, il servo più umile ed obbediente di Sua Santità.