Quei bambini strappati alle bombe: in Italia il nuovo inizio dei piccoli feriti

L’orrore di Khan Younis, il sogno di una scuola senza esplosioni: così l’Italia cura le vittime

quei bambini strappati alle bombe in italia il nuovo inizio dei piccoli feriti

Diciassette bambini palestinesi feriti dalla guerra sono stati accolti in Italia insieme alle loro famiglie. Dietro la missione umanitaria, un imponente sforzo diplomatico e sanitario.

Adam, il sopravvissuto di Gaza. Ha gli occhi grandi e pieni di dolore, Adam. È l’unico figlio sopravvissuto della dottoressa Alaa al-Najaar, pediatra palestinese scampata all’ennesimo bombardamento a Khan Younis. Nella notte, la loro casa è stata rasa al suolo: il padre di Adam è morto sotto le macerie, insieme ai suoi nove fratelli. Solo Adam è uscito vivo, gravemente ferito, con fratture multiple, lesioni interne e ustioni. Ora è in Italia, all’ospedale Niguarda di Milano, dove sarà sottoposto a numerosi interventi. La madre, tra le lacrime, ha trovato la forza di dire: «Non provo odio. Per Adam sogno una scuola senza bombe».

La missione umanitaria più grande

È atterrato in Italia il gruppo più numeroso finora di bambini feriti in arrivo da Gaza: 17 piccoli pazienti e 53 accompagnatori familiari, trasportati con tre voli umanitari partiti da Eilat, in Israele. Il cuore della missione è italiano: voluta fortemente dal Governo, coordinata da Farnesina, Ministero della Difesa, Interno e Protezione Civile, con il supporto dell’Unione Europea e dell’OMS. L’accoglienza ha coinvolto oltre dieci ospedali in tutta Italia, da Milano a Roma, da Firenze a Bologna.

Le piccole vite da salvare

Con Adam sono arrivate anche due ragazzine di 12 e 15 anni, con fratture, traumi interni e lesioni toraciche: saranno curate al Papa Giovanni XXIII di Bergamo e al Policlinico di Milano. Altri bambini sono stati distribuiti tra i centri pediatrici di eccellenza come il Meyer di Firenze, il Bambino Gesù e il Gemelli di Roma. Tra loro, anche una bambina di 11 anni con febbre del Mediterraneo e una piccola di 6 colpita da epidermolisi bollosa, una malattia rara che rende la pelle fragile come ali di farfalla.

Le forze armate e la diplomazia della salvezza

Per realizzare il ponte sanitario sono stati impiegati tre aerei militari C-130 dell’Aeronautica Militare. Ma l’operazione non sarebbe stata possibile senza un intenso lavoro diplomatico: l’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv, il Consolato Generale a Gerusalemme e la Presidenza del Consiglio hanno negoziato con Israele per consentire l’uscita da Gaza. A oggi, 133 bambini palestinesi sono stati accolti in Italia grazie a questo impegno congiunto.

L’Italia che cura e accoglie

«Noi continuiamo ad accogliere cittadini palestinesi di Gaza. E lavoriamo per la pace», ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha accolto i pazienti in arrivo. Al suo fianco, Guido Bertolaso, responsabile del Welfare in Lombardia, ha parlato di una “catena di solidarietà che ci rende orgogliosi”. In un tempo segnato da guerre e divisioni, l’Italia offre un messaggio concreto: la cura dell’altro è un dovere morale e un atto politico di pace.