Il tribunale di La Spezia ha autorizzato la rettifica dell’atto di nascita di un adolescente di 13 anni, riconoscendone ufficialmente il sesso maschile e il nuovo nome elettivo. La decisione arriva al termine di un procedimento promosso dai genitori e valutato dalla Procura, che ha disposto anche perizie medico-legali. È un caso senza precedenti per l’età del minore, il più giovane in Italia ad aver concluso questo iter giuridico. Nella sentenza i giudici sottolineano la costanza del percorso psicoterapico, l’esito positivo delle terapie ormonali e la capacità del ragazzo di gestire il disagio sociale legato alla transizione. Viene riconosciuta una piena consapevolezza dell’incongruenza tra il corpo e l’identità vissuta, tale da consentire una scelta ritenuta matura e ponderata. Determinante è stato il sostegno familiare. Fin dall’infanzia il ragazzo aveva manifestato un disagio crescente verso il nome e il sesso attribuiti alla nascita. A coglierne per prima i segnali è stata la sorella gemella, seguita poi dai genitori, che hanno accompagnato il figlio in un percorso specialistico avviato diversi anni fa.
Il supporto medico
La famiglia si è rivolta a strutture sanitarie specializzate, che hanno diagnosticato una disforia di genere e impostato una terapia farmacologica mirata a sospendere lo sviluppo puberale. L’obiettivo, secondo i medici, era consentire un riallineamento graduale tra corpo e percezione di sé, riducendo il disagio psicologico in una fase particolarmente delicata della crescita. L’avvocato della famiglia, esperto di diritto di famiglia e tutela delle minoranze, definisce la sentenza «storica» per il suo valore di precedente. A suo giudizio, il tribunale ha certificato una identità di genere già consolidata, accertata anche dalle perizie, e una volontà espressa con piena capacità di discernimento. Il riconoscimento giuridico, sottolinea il legale, contribuisce a mitigare le sofferenze legate alla disforia, soprattutto durante la pubertà. La decisione apre un nuovo capitolo nel dibattito su identità di genere, minori e tutela giuridica. Pur restando un caso individuale, la sentenza di La Spezia segna un passaggio rilevante nel rapporto tra percorso medico, autodeterminazione e riconoscimento da parte dello Stato.
