Italia come "portaerei" degli Usa: rischio escalation, via i militari dall'Iraq

Tra trasferimenti dei carabinieri in Kuwait e voli Usa partiti da Aviano verso il Golfo

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Decollano da Aviano aerei militari Usa diretti all’area CENTCOM nel Golfo, come F-16 e velivoli di rifornimento, segnale evidente di rafforzamento della presenza occidentale in risposta a potenziali escalation con l’Iran

I carabinieri italiani spostati in Kuwait. Il 22 giugno 2025, 50 carabinieri impiegati in missione in Iraq sono stati trasferiti in Kuwait — secondo fonti, per ragioni di sicurezza — a causa di una fase di stallo diplomatico che accresce il rischio di escalation. Questo spostamento segue l’attivazione di unità MSU (Multinational Specialized Unit) in scenari di crisi.

Da Aviano partono aerei USA verso il Golfo

Nella stessa settimana, l’Aeronautica statunitense ha inviato dal 15 al 17 giugno numerosi F-16 dalla base di Aviano verso l’area di responsabilità del Comando CENTCOM, in aggiunta a rifornitori KC-135 e KC-46 e caccia F-35 e F-22 in transito da UK e USA. Questi assetti coprono ruoli difensivi, deterrenza e supporto operativo, in un contesto di tensione altissima con l’Iran e alleati nella regione.

Contesto internazionale: il Golfo teme l’espansione della guerra

I Paesi del Golfo restano cauti, preoccupati che il conflitto tra Iran e Israele si allarghi coinvolgendo basi Usa sul loro territorio – tra cui Kuwait e Emirati – con conseguenze potenzialmente devastanti .

Un duplice segnale strategico

L’invio dei carabinieri in Kuwait, segnalando un potenziale rischio sui contingenti italiani, e la mobilitazione Usa da Aviano verso il Golfo, rappresentano due lati dello stesso campanello d’allarme. Da un lato la protezione del personale italiano, dall’altro il prepararsi statunitense a scenari di maggiore conflitto.

Attese sulle decisioni politiche italiane e Nato

Ora si attendono valutazioni ufficiali del governo italiano e comunicati dal Ministero della Difesa, mentre NATO e Stati Uniti intensificano misure contingenti di difesa e deterrenza. L’attenzione resta alta anche sui potenziali impatti logistici della presenza Usa in un paese già sotto pressione geopolitica.