Successione e quota legittima: se ne sente spesso parlare, ma di cosa si tratta esattamente? A cosa bisogna prestare attenzione per tutelare i beni ereditati? A quale professionista legale rivolgersi?
Dichiarazione di successione: la scelta del notaio esperto
Le pratiche di successione che costituiscono la dichiarazione di successione, vanno presentate all’Agenzia delle Entrate dagli eredi del defunto entro 12 mesi dalla data di decesso. Questo adempimento fiscale e burocratico può nascondere molte insidie, soprattutto per chi non ha familiarità con la normativa o i sistemi digitali. Per questo motivo, farsi assistere da un notaio è spesso la scelta più sicura. Ma solamente se questo professionista iscritto all’albo è stato scelto con attenzione e se ci si è guardati attorno chiedendo più preventivi sui costi da sostenere.
Il notaio è un esperto di legge che conosce a fondo le regole sulla successione, che sa come calcolare le imposte da versare e che possiede le competenze per compilare e inviare telematicamente tutta la documentazione necessaria. Utilizzando strumenti digitali ufficiali e firmando gli atti con firma elettronica, il notaio si occupa di trasmettere tutto in modo corretto, un’azione importante che evita alla persona interessata di incappare in errori che potrebbero causare sanzioni o ritardi.
Su NotaioFacile, il portale di riferimento più autorevole e trasparente per accedere ai servizi notarili, in contatto diretto con studi notarili su tutto il territorio nazionale, è possibile richiedere un preventivo gratuito, senza vincoli di accettazione ed ottenere tutti i consigli utili per sbrigare le pratiche di successione assistiti da un notaio esperto.
Tipi di successione: cosa spetta agli eredi
Quando si parla di successione, bisogna chiarire a quale tipo si fa riferimento. La legge italiana, infatti, prevede la successione legittima, la successione testamentaria e la successione necessaria. Di seguito verranno chiariti i concetti.
Si chiama successione legittima quella che si apre quando il defunto non ha lasciato testamento o quando il testamento viene dichiarato nullo dal notaio. In questo caso, l’eredità è devoluta secondo l’ordine stabilito dalla legge, in favore dei parenti (coniuge, figli, ascendenti, fratelli, ecc.), secondo criteri di vicinanza e priorità.
La successione legittima è disciplinata da:
- Articoli 565–586 del Codice Civile.
Prende il nome di successione testamentaria quella che si verifica, invece, quando il defunto ha lasciato un testamento valido, nel quale ha disposto dei propri beni in seguito alla sua morte. Il testamento può prevedere eredi, legatari o disposizioni particolari. Tuttavia, non può ledere i diritti dei cosiddetti legittimari.
La successione testamentaria è disciplinata da:
- Articoli 587–712 del Codice Civile (sul testamento e la sua esecuzione).
Qualora gli eredi legittimari siano presenti, infatti, entra in vigore la successione necessaria, ossia quella che tutela i diritti di specifici familiari (di solito il coniuge, i figli e, in assenza di figli, gli eventuali genitori ancora in vita) ai quali la legge riserva una quota dell’eredità, anche contro la volontà del testatore. Se il testamento lede questa quota, gli eredi legittimari possono agire in giudizio per reintegrare i loro diritti.
La successione necessaria è disciplinata da:
- Articoli 536–564 del Codice Civile (riserva a favore dei legittimari e azione di riduzione).
Quota legittima: come tutelarla
Nel caso di diritti lesi da disposizioni testamentarie o donazioni fatte in vita dal defunto, gli eredi legittimari possono tutelarsi attingendo alla quota legittima, che viene calcolata attraverso specifici strumenti previsti dal Codice Civile italiano.
Per tutelare la quota legittima, i legittimari hanno tre possibilità a norma di legge.
- Azione di riduzione, Articoli 553–564 c.c.: il legittimario può agire in giudizio con l’azione di riduzione per chiedere che le disposizioni testamentarie o le donazioni che ledono la sua quota di riserva siano dichiarate inefficaci (in tutto o in parte). È il caso, ad esempio, di un genitore che lascia tutti i beni in testamento a un solo figlio, escludendo gli altri, i quali possono tutelarsi con la riduzione per ottenere la loro quota di legittima. Questa azione si prescrive in 10 anni dal momento dell’apertura della successione (cioè dalla morte del de cuius).
- Azione di restituzione (o reintegrazione), Articolo 561 c.c.: se i beni ereditari sono già stati trasferiti ad altri (ad esempio a beneficiari di donazioni o legatari), il legittimario può chiedere la restituzione dei beni soggetti a riduzione o del loro valore per ottenere quanto gli spetta.
- Collazione, Articoli 737–751 c.c.: se l’erede legittimario ha ricevuto donazioni in vita dal defunto, al momento della divisione dell’eredità deve “collazionare”, ossia riportare i beni ricevuti nel patrimonio da dividere, per garantire equità tra tutti gli eredi. Sebbene questa non sia un’azione giudiziaria, si appella a un principio da applicare nella divisione tra coeredi legittimari.
Il delicato compito del notaio è quello di verificare la completezza dei documenti, di assiste gli eredi in ogni passaggio e di assicurarsi che i beni (dagli immobili ai conti correnti) siano registrati a nome dei nuovi proprietari. Se è arrivato il momento di dover affrontare questa delicata pratica della successione, farsi seguire dalla figura professionale del notaio è l’unico modo per non commettere errori di sorta e per agire in maniera conforme alla normativa vigente.